Berkeley, Le idee astratte dei filosofi sono perfettamente inconcepibili

La logica, la metafisica e, in genere, la filosofia hanno fatto oggetto prevalente della propria indagine le “idee astratte”: eppure, osserva con estrema semplicità Berkeley, esse non esistono.

 

G. Berkeley, Trattato sui principi della conoscenza umana, Disegno dell'Introduzione

 

Qui, in principio, prima di procedere oltre, ritengo necessario fare attenzione a una causa d'errore e confusione veramente potente e universale, che è l'opinione che ci siano idee astratte o concezioni generali delle cose. Chi non sia del tutto straniero agli scritti e nozioni dei filosofi deve di necessità riconoscere che una grandissima parte delle loro dispute e contemplazioni riguarda le idee astratte. Piœ specialmente si pensa che esse siano gli oggetti di quelle scienze che vanno sotto il nome di Logica e di Metafisica, e di tutto quel che cade sotto la nozione della piú astratta e sublime filosofia, nelle quali scienze speculative troverete a stento qualche questione trattata dai filosofi in maniera che non supponga l'esistenza delle idee astratte nella mente, e che la mente sia benissimo informata di esse; sicché quelle parti del sapere non possono non essere necessariamente coperte di moltissime inutili contese e innumerevoli assurdità e contraddizioni, sebbene le idee generali astratte siano cosí perfettamente inconcepibili come io sono ben sicuro che mai esse furono concepite da me, né ritengo possibile siano concepite da altri.

Per idee astratte, generi, specie, nozioni universali, che è tutto lo stesso secondo che io trovo quei termini spiegati dai migliori e piœ chiari scrittori, dobbiamo intendere idee che rappresentano egualmente i particolari di una specie, e sono formate dalla mente la quale, osservando che gli individui di ciascuna specie s'accordano in alcune cose e differiscono in altre, estrae e separa dal resto ciò che è comune a tutti facendone un'idea astratta generale: la qual idea generale contiene tutte quelle idee in cui i particolari convengono e hanno parte, separate da tutte quelle altre idee per cui gli individui sono distinti l'uno dall'altro ed escludenti tali idee.

 

(Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol. XIII, pag. 711)