Bernstein, La concezione materialistica in Engels

Bernstein individua la concezione materialistica anche nel pensiero di Engels, ma osserva che essa, pur mantenendosi deterministica a livello generale, lascia ampio spazio all’influenza delle sovrastrutture su fatti specifici.

 

E. Bernstein, Socialismo e socialdemocrazia

 

Molto piú condizionata appare la dipendenza degli uomini dai rapporti di produzione nella spiegazione che Engels – vivente Marx e in accordo con lui – dà del materialismo storico nello scritto polemico contro Dühring. In esso si dice che “le cause ultime di tutti i mutamenti sociali e di tutti i rivolgimenti politici” vanno cercate non nelle teste degli uomini, ma “nei mutamenti del modo di produzione e di scambio”. Ma “le cause ultime” includono le cause concomitanti di altra natura, cause di secondo, di terzo grado ecc., ed è chiaro che, piú lunga è la serie di tali cause, tanto piú viene limitata, quantitativamente e qualitativamente, la forza determinante delle cause ultime. Il fatto della loro azione rimane, ma la configurazione ultima delle cose non dipende soltanto da esse. Un effetto che risulti dall’azione combinata di varie forze, può essere valutato con sicurezza soltanto se tutte le forze sono esattamente note e vengono tenute in conto in tutto il loro valore. Ignorare anche una sola causa di grado inferiore, come sa ogni matematico, può avere come conseguenza deviazioni della massima entità.

Nei suoi lavori piú tardi F. Engels ha ulteriormente limitato la forza determinante dei rapporti di produzione, e soprattutto in due lettere pubblicate nel “Sozialistische Akademiker” dell’ottobre 1895, ma scritte l’una nel 1890, l’altra nel 1894. In esse le “forme giuridiche”, – ossia le teorie politiche, giuridiche, filosofiche, le concezioni religiose, ovvero i dogmi –, vengono annoverate tra i fattori che agiscono sul corso delle lotte storiche e in molti casi “determinano in modo preponderante la loro forma”. “Sono cioè innumerevoli forze che si intersecano reciprocamente – si dice – un infinito gruppo di parallelogrammi di forze da cui scaturisce una risultante – l’evento storico – la quale a sua volta può essere considerata come il prodotto di una forza che agisce come una totalità inconsapevole e involontaria: la volontà di ciascuno viene impedita da ciascun altro, e ciò che ne risulta è qualcosa che nessuno ha voluto.” (Lettera del 1890). “Lo sviluppo politico, giuridico, filosofico, religioso, letterario, artistico ecc. poggia su quello economico. Ma essi tutti reagiscono l’uno sull’altro e sulla base economica.

 

E. Bernstein, Socialismo e socialdemocrazia, Laterza, Bari, 1968, pagg. 33-34