Campanella, Tutto si sta rinnovando

Campanella riassume con lucidità i grandi cambiamenti dell’epoca, per arrivare a concludere che “è necessario rinnovare anche la dottrina della natura”.

 

T. Campanella, De gentilismo non retinendo

 

Inoltre nell’èra cristiana è stata trovata dai Cristiani la tipografia, e Colombo, tra la contraddizione dei teologi e dei filosofi, scoprí un nuovo mondo, incognito o negato dagli antichi, e apparve abitata la zona equatoriale, di cui Aristotele, Virgilio e molti altri negarono l’abitabilità, e da Galileo furono scoperti nuovi astri, e da Copernico e da Peurbacchio rivelate le esorbitanze dei punti cardinali, degli apogei e dello zodiaco, e dai Portoghesi fu circumnavigato tutto l’orbe terrestre. Perciò fu necessario riformare l’astronomia secondo i fenomeni celesti, come intrapresero Copernico e Ticone, e il Sommo Pontefice corresse il calendario e il computo dell’anno civile. Anche l’invenzione delle bombarde e l’uso della bussola e i molini a vento e altre mirabili arti rendono necessaria la restaurazione che dicemmo.

Dunque è necessario rinnovare anche la dottrina della natura, come cominciarono a fare Pico, Telesio, Valesio e Paracelso; e sebbene questi filosofi siano incorsi in qualche errore, tuttavia mostrano che tutta la filosofia dev’essere rinnovata, poiché le novità scoperte e gli errori riconosciuti richiedono una filosofia piú sicura e una cosmografia migliore. E in verità la conoscenza di tante religioni diverse e di tanti costumi e arcani della natura ci persuade che i filosofi gentili sono bambini rispetto ai filosofi cristiani, allo stesso modo che, secondo l’Apostolo, i teologi giudei erano bambini rispetto ai teologi cristiani del Nuovo Testamento. Chi pertanto nega la necessità di una riforma del sapere, deve anche negare la scoperta di un nuovo mondo, di stelle, di pianeti, di mari, di bestie, di nazioni e di religioni prima sconosciute, e deve sostenere che il genio cristiano non possa riuscir piú eccellente del genio pagano...

 

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. IX, pagg. 2031-2032