Comte, I caratteri della filosofia positiva

In questo brano Auguste Comte mette in evidenza i caratteri fondamentali della filosofia positiva. Essa si basa sulle conoscenze scientifiche, ritiene tutti i fenomeni sottoposti a “leggi naturali invariabili” e rifiuta la tradizionale dottrina filosofica delle cause. Il suo punto di riferimento è la legge di gravitazione universale di Newton.

 

A. Comte, Corso di filosofia positiva

 

Vediamo, da ciò che precede, che il carattere fondamentale della filosofia positiva è da considerare tutti i fenomeni come sottostanti a leggi naturali invariabili, la cui scoperta precisa e la cui riduzione al minor numero possibile sono il fine di tutti i nostri sforzi, considerando come assolutamente inaccessibile e privo di senso per noi la ricerca di ciò che viene chiamato la causa, sia prima, che finale.

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Cosí, per citare l’esempio piú ammirevole, noi diciamo che i fenomeni generali dell’universo sono spiegati, per quanto è possibile, dalla legge newtoniana della gravitazione, perché, da un lato, questa bella teoria ci mostra tutta l’immensa varietà dei fatti astronomici come fossero un solo e medesimo fatto, considerato sotto diversi punti di vista, ci mostra la tendenza costante di tutte le molecole, le une verso le altre, in ragione diretta delle loro masse ed in ragione inversa dei quadrati delle loro distanze; mentre, d’altra parte, questo fatto generale è presentato come la semplice estensione di un fenomeno che ci è estremamente familiare e che, per ciò soltanto, noi consideriamo perfettamente conosciuto: la pesantezza dei corpi e la superficie della terra. Il determinare che cosa siano in se stesse attrazione e pesantezza, quali ne siano le cause, sono questi i problemi, a cui guardiamo come insolubili, che non appartengono al dominio della filosofia positiva e che noi abbandoniamo con ragione all’immaginazione dei teologi o alle sottigliezze dei metafisici. La prova manifesta della impossibilità di raggiungere soluzioni di questo genere è che tutte le volte che si è cercato di dire a questo riguardo qualcosa di veramente razionale i maggiori spiriti non hanno potuto far altro che definire questi due principi l’uno per mezzo dell’altro dicendo, per quanto riguarda l’attrazione, che essa altro non è che un peso universale e poi, per il peso, che esso consiste semplicemente nell’attrazione terrestre. Spiegazioni di questo genere, che fanno sorridere quando si pretende di conoscere la natura intima delle cose ed il modo in cui vengono generati i fenomeni, sono tuttavia tutto ciò che noi possiamo ottenere di piú soddisfacente, in quanto ci mostrano come identici due ordini di fenomeni che sono stati cosí a lungo considerati come non aventi alcun rapporto tra loro. Nessuno spirito sano cerca oggi di andare piú a fondo.

 

F. Tonon, Auguste Comte e il problema storico-politico nel pensiero contemporaneo, G. D’Anna, Messina-Firenze, 1975, pagg. 131-132