CHURCHLAND, La conoscenza come spazio di stati



Secondo la nuova teoria, ogni enunciato dichiarativo a cui un parlante darebbe un assenso fiducioso è meramente una proiezione unidimensionale [...] di un solido tetra- o penta-dimensionale, che è un elemento del suo vero stato cinematico. [...] Essendo proiezioni di tale realtà interna, questi enunciati veicolano informazione significativa che la riguardano, e così sono adatti a fungere da elementi di un sistema di comunicazione. D'altro canto, essendo proiezioni subdimensionali, esse riflettono solo una parte limitata della realtà proiettata. Sono perciò inadatte a rappresentare la realtà più profonda in tutti i suoi aspetti rilevanti cinematicamente, dinamicamente, e anche normativamente. Vale a dire, un sistema di atteggiamenti proposizionali, come la [psicologia del senso comune], deve essere inevitabilmente incapace di cogliere quel che qui si sviluppa, anche se può rifletterne una struttura superficiale appena sufficiente a sostenere una tradizione comparabile a quella alchimistica tra gente priva di una teoria migliore.

(Paul Churchland, La natura della mente e la struttura della mente, Il Mulino, Bologna, 1992, pag. 51)