Engels, Il materialismo storico subentra all’idealismo

Engels osserva che le lotte operaie hanno messo in evidenza che la storia è lotta di classe: quindi che la concezione materialistica della storia, scoperta da Marx, è quella vera.

 

F. Engels, Antidühring

 

Tuttavia, mentre il rovesciamento della concezione della natura non si poteva compiere che nella misura in cui l’indagine forniva l’adeguato materiale di conoscenze positive, già molto prima si erano verificati dei fatti storici che determinarono una svolta decisiva nella concezione della storia. Nel 1831 a Lione era avvenuta la prima sollevazione di operai; dal 1838 al 1842 aveva raggiunto il suo culmine il primo movimento operaio nazionale, quello dei cartisti inglesi. La lotta di classe tra il proletariato e la borghesia si presentava in primo piano nella storia dei paesi piú progrediti d’Europa, nella stessa misura in cui in quei paesi si sviluppavano da una parte la grande industria e dall’altra il dominio politico che la borghesia aveva di recente conquistato. Le dottrine dell’economia borghese sulla identità di interessi di capitale e lavoro, sull’armonia universale e sul benessere universale del popolo come conseguenza della libera concorrenza venivano smentite dai fatti in modo sempre piú convincente. Tutte queste cose non potevano piú essere respinte come non si poteva respingere il socialismo francese ed inglese che ne era la espressione teorica, anche se estremamente imperfetta. Ma la vecchia concezione idealistica della storia, che non era stata ancora soppiantata, non conosceva lotte di classi poggianti su interessi materiali; la produzione e tutti i rapporti economici non facevano in essa la loro comparsa che incidentalmente, come elementi subordinati della “storia della civiltà”. I nuovi fatti costrinsero a sottoporre ad una nuova indagine tutta la storia precedente e si vide allora che tutta la storia precedente era la storia delle lotte delle classi, che queste classi sociali che si combattono vicendevolmente sono di volta in volta risultati dei rapporti di produzione e di scambio, in una parola dei rapporti economici della loro epoca; che quindi di volta in volta la struttura economica della società costituisce il fondamento reale partendo dal quale si deve spiegare in ultima analisi tutta la sovrastruttura delle istituzioni giuridiche e politiche, cosí come delle ideologie religiose, filosofiche e di altro genere di ogni periodo storico. Conseguentemente l’idealismo veniva cacciato dal suo ultimo rifugio, la concezione della storia; veniva data una concezione materialistica della storia e veniva trovata la via per spiegare la coscienza degli uomini col loro essere, invece di spiegare, come si era fatto sino allora, il loro essere con la loro coscienza.

Conseguentemente il socialismo appariva adesso non piú come scoperta accidentale di questa o di quella testa geniale, ma come il risultato necessario della lotta tra due classi formatesi storicamente: il proletariato e la borghesia. Il suo compito non era piú quello di approntare un sistema quanto piú possibile perfetto della società, ma quello di indagare il processo storico economico da cui necessariamente erano sorte queste classi e il loro conflitto, e scoprire nella situazione economica, cosí creata, il mezzo per la soluzione del conflitto. [...]

Entrambe queste grandi scoperte. la concezione materialistica della storia e la rivelazione del segreto della produzione capitalistica mediante il plusvalore, le dobbiamo a Marx. Con queste due grandi scoperte il socialismo è diventato una scienza che ora si tratta anzitutto di elaborare ulteriormente in tutti i suoi particolari.

K. Marx- F. Engels, Opere scelte, Editori Riuniti, Roma, 19692, pagg. 999-1001