Feuerbach, Cristianesimo e soggettività

I pagani distinsero l’individuo dalla specie e subordinarono il primo alla seconda. Il cristianesimo invece prese in considerazione soltanto l’individuo, trascurando la specie.

 

L. Feuerbach, L’essenza del cristianesimo

 

I pagani non solo considerarono l’uomo in relazione all’universo, ma anche l’individuo, ossia l’uomo singolo, non fu da essi considerato che in relazione agli altri uomini, in rapporto al suo essere universale. Essi, per lo meno i filosofi, distinsero rigorosamente l’individuo dalla specie, l’individuo, come parte, dal tutto costituito dalla specie umana, e subordinarono il singolo al tutto. “Gli uomini periscono, ma l’umanità perdura,” dice un filosofo pagano. “Perché piangere sulla morte di tua figlia?” scrive Sulpicio a Cicerone. “Grandi e famose città e imperi sono scomparsi, e tu ti agiti cosí per la morte di un minuscolo essere umano (homunculus)? Dove è la tua filosofia?” Il concetto dell’uomo quale individuo era per gli antichi un concetto mediato, dedotto attraverso il concetto della specie o essere universale dell’uomo. Anche se tenevano in alta considerazione la specie, l’intelligenza umana, insignificante rimaneva pur sempre per essi l’individuo. Il cristianesimo invece non si curò della specie, e prese in considerazione soltanto l’individuo. Il cristianesimo, non certo il cristianesimo odierno che ha accolto in sé la cultura pagana e che del cristianesimo non conserva che il nome e alcuni principi generali, è la diretta antitesi del paganesimo; solo se compreso come antitesi è compreso nella sua vera essenza, e non deformato da arbitrarie sottigliezze speculative; il cristianesimo è vero in quanto è falsa la sua antitesi, il paganesimo, ma è falso in quanto la sua antitesi è vera. Gli antichi sacrificarono l’individuo alla specie, il cristianesimo sacrificò la specie all’individuo. Oppure: il paganesimo pensò e comprese l’individuo soltanto come parte a differenza del tutto, della specie, il cristianesimo invece soltanto in immediata, indistinguibile unità con la specie.

 

L. Feuerbach, L’essenza del cristianesimo, Feltrinelli, Milano, 1971, pagg. 165-166