FEUERBACH, QUANTO PIU' METTO IN DIO, TANTO PIU' TOLGO A ME STESSO


A ogni mancanza nell'uomo è contrapposta una pienezza in Dio: Dio è e ha precisamente ciò che l'uomo non è né ha. Quanto è attribuito a Dio è tolto all'uomo e, viceversa, quanto è dato all'uomo è sottratto a Dio. [...] Tanto meno è Dio, tanto più è l'uomo; tanto meno l'uomo, tanto più Dio. Se vuoi avere Dio, devi perciò rinunciare all'uomo; e se vuoi avere l'uomo devi rinunciare a Dio; altrimenti tu non hai né l'uno né l'altro. La nullità dell'uomo è il presupposto dell'aver Dio un'essenza. Affermare Dio significa negare l'uomo; onorare Dio, disprezzare i I uomo; lodare Dio, denigrare l'uomo. La gloria di Dio si fonda esclusivamente sull'abbassamento dell'uomo, la beatitudine divina solo sulla miseria umana, la divina sapienza solo sull'umana follia, la potenza divina solo sulla debolezza umana. (L. Feuerbach, L'essenza della fede secondo Lutero, IV, 8) La religione cristiana ha collegato il nome dell'uomo col nome di Dio in un unico nome, quello del Dio-uomo ed ha innalzato così il nome dell'uomo ad attributo dell'essenza suprema. La nuova filosofia, secondo verità, ha trasformato questo attributo in sostanza, il predicato in soggetto; la nuova filosofia è l'idea realizzata, la verità del cristianesimo. Ma essa, proprio perché ha in sé l'essenza del cristianesimo, rinunzia al nome di cristianesimo. Il cristianesimo ha manifestato la verità solo in contraddizione con la verità. La verità senza contraddizione, quella pura e autentica, è una verità nuova - un nuovo, autonomo atto dell'umanità.

 

(L.Feuerbach, Tesi per una riforma della filosofia, 569)