Kierkegaard, Il dubbio e la disperazione

Kierkegaard osserva che la disperazione nasce quando ci si pone di fronte a se stessi come valore eterno. Essa è diversa dal dubbio, da cui proviene, con Cartesio, il pensiero moderno. “Il dubbio è la disperazione del pensiero. La disperazione è il dubbio della personalità”.

 

S. Kierkegaard, Aut-Aut

 

Ma cosa vuol dire vivere esteticamente e cosa vuol dire vivere eticamente? Cosa è l’estetica nell’uomo, e cosa è l’etica? A ciò risponderò: l’estetica nell’uomo è quello per cui egli spontaneamente è quello che è; l’etica è quello per cui diventa quello che diventa. Chi vive tutto immerso, penetrato nell’estetica, vive esteticamente. [...]

Scegli dunque la disperazione, poiché la disperazione stessa è una scelta. Si può dubitare senza scegliere il dubbio, non si può disperare senza scegliere la disperazione. E mentre si dispera, si sceglie di nuovo. E cosa si sceglie? Si sceglie se stessi, non nella propria immediatezza, non come questo individuo casuale, ma si sceglie se stessi nel proprio eterno valore.

Mi sforzerò di spiegare meglio questo punto riguardo a te. Nella nuova filosofia si è parlato, piú che a sufficienza, del fatto che tutta la speculazione comincia col dubbio; d’altra parte io, quando occasionalmente mi son potuto occupare di queste meditazioni, ho inutilmente cercato degli schiarimenti per sapere in che cosa il dubbio sia diverso dalla disperazione. Qui cercherò di mettere in evidenza questa differenza, sperando che essa giovi ad orientarti in senso teorico e pratico. Son ben lontano dal credere di avere un vero estro filosofico, non ho il tuo virtuosismo nello scherzare colle categorie, ma quello che in senso piú profondo è il significato della vita, potrà certo esser compreso anche da chi è piú ingenuo. Il dubbio è la disperazione del pensiero, la disperazione è il dubbio della personalità; e per questo tengo tanto alla determinazione della scelta, che è diventata il mio motto, il nerbo della mia concezione di vita; e ho una concezione di vita, anche se non pretendo affatto di avere un sistema. Il dubbio è il movimento interno del pensiero stesso, e nel mio dubbio mi comporto piú impersonalmente che posso. Supposto che il pensiero, quando il dubbio si completa, trovi l’assoluto e si riposi in lui, esso riposa in lui non in seguito ad una scelta ma in seguito alla stessa necessità per cui dubitava; poiché il dubbio stesso è una determinazione di necessità, e cosí pure il riposo [...]. Il dubbio e la disperazione stanno dunque di casa in due sfere completamente diverse; sono corde assai diverse dell’anima che vengono messe in movimento. Ma questa conclusione non mi soddisfa affatto, perché il dubbio e la disperazione vengono in questo modo coordinati, e questo non deve avvenire. La disperazione è un’espressione molto piú profonda e completa, il suo movimento è molto piú ampio di quello del dubbio. La disperazione è l’espressione di tutta la personalità, il dubbio solo del pensiero. La presunta obiettività del dubbio, che lo rende tanto aristocratico, è proprio, un’espressione, della sua imperfezione. Il dubbio sta perciò nella differenza, la disperazione nell’assoluto.

 

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XVIII, pagg. 1249-1250