KANT, CRISTO COME INCARNAZIONE DELL'IMPERATIVO CATEGORICO

Questo Maestro divinamente ispirato, ma totalmente e autenticamente umano, potrebbe nondimeno parlare di sé, con piena verità, come di una manifestazione in carne e ossa (nell’insegnamento e nella condotta) dell’ideale del Bene. In tal caso, infatti, egli si riferirebbe soltanto all’intenzione morale da lui stesso assunta a regola delle sue azioni; e tale intenzione – poiché egli può renderla visibile come esempio per altri, ma non per se stessa – viene da lui manifestata esteriormente solo mediante i suoi insegnamenti e le sue azioni. […] Per i suoi insegnamenti e il suo esempio, costui si presentava come un vero uomo, e tuttavia si annunziava come un inviato che, per lignaggio e innocenza originaria, non rientrava nel patto che il resto del genere umano, mediante il suo rappresentante (il primo uomo), aveva stipulato con il principio cattivo.

(Kant, “La religione entro i limiti della semplice ragione”. Bompiani 2001, a cura di V. Cicero e M. Roncoroni. Passim).