KIERKEGAARD, ANCORA SULL'ESISTENZA (POSTILLA)


 

L'esistenza dev'essere superata nell'eterno; prima che il sistema si chiuda non deve rimanere nessun residuo, neanche la più piccola briciola... putacaso l'egregio professore esistente che scrive il sistema. Ma non è così che si presentano le cose. No, si combattono i sistemi panteistici a volte con aforismi caotici che promettono sempre un nuovo sistema, a volte imbastendo un nuovo sistema e inserendovi un proprio paragrafo in cui s'insegna che bisogna insistere sul concetto di «esistenza e realtà». Che un simile paragrafo se la rida del sistema, e che, invece di essere un paragrafo nel sistema, sia piuttosto una protesta assoluta contro il sistema, tutto ciò lascia indifferenti gli affaccendati adepti del sistema. Se si deve sottolineare il concetto di esistenza in una forma essenziale, ciò non si può fare in un paragrafo dentro un sistema, e tutti i giuramenti espliciti e le proteste più sviscerate non fanno che rendere sempre più ridicolo codesto metodo d'insegnamento.

 

(S. KlERKEGAARD, Postilla)

 

Attenzione!

 

A chi pensa che la filosofia in questo mondo non è mai stata come adesso così vicina ad assolvere il suo compito — di spiegare tutti gli enigmi — forse potrà sembrare strano, affettato, scandaloso ch'io scelga la forma del racconto e che secondo le mie povere forze lanci i mattoni per mettere la cima al sistema. Colui invece che si è accertato che la filosofia non è stata mai così stravagante come ai nostri tempi, e tanto confusa malgrado tutte le sue categorie [...], troverà certamente giusto che io — anche con la forma — cerchi di combattere quella falsità abominevole, che è il carattere della filosofia moderna, la quale si distingue dall'antica soprattutto per il fatto di aver scoperto che è una cosa ridicola il fare ciò che uno stesso dice di fare o di aver fatto — egli lo troverà giusto e rimpiangerà soltanto, come me, che chi si accinge a questo non abbia più autorità di me.

 

Un sistema dell'esistenza non si può dare. Dunque, un simile sistema non esiste? Per nulla affatto. Una tal conseguenza non è per niente inclusa in quanto finora è stato detto. Anche l'esistenza è un sistema per Dio, ma non può esserlo per uno spirito finito esistente. Sistema e conclusività si corrispondono, ma l'esistenza è precisamente l'opposto. In astratto, pensiero ed esistenza non si possono pensare insieme, perché il pensiero sistematico per pensare l'esistenza la deve pensare come tolta, quindi come non esistente. L'esistenza è ciò che fa l'intervallo, che tiene le cose separate fra loro; il sistema è la conclusività, che le congiunge insieme. [...]

 

Insomma per l'esistente non ci sono ora che due vie: o egli può far tutto per dimenticare che è un esistente e così cade nel comico (la contraddizione comica di voler essere ciò che non si è, per esempio che un uomo voglia essere un uccello, non è più comica di non voler essere quel che si è, come in casu di essere esistente; come anche nel linguaggio corrente si trova ch'è comico che uno dimentichi come si chiama, e dimenticare il proprio nome non è più rilevante del dimenticare la proprietà della propria natura), perché l'esistenza ha questa proprietà particolare che l'esistente esiste, gli piaccia o no. Oppure può concentrare tutta la sua attenzione sul fatto ch'egli esiste. Sotto questo aspetto bisogna fare a tutta la filosofia moderna l'obiezione ch'essa non ha un presupposto falso ma uno comico, in quanto ha dimenticato in una specie di distrazione cosmico-storica ciò che significa essere uomo: non ciò ch'è essere uomo in generale (una cosa simile gli speculanti potrebbero anche capirla), ma cos'è che io, tu, lui, che noi siamo uomini ciascuno per sé. [...]

 

Cos'è il pensiero astratto? È il pensiero nel quale non c'è un soggetto pensante. Esso fa astrazione da ogni altra cosa fuori del pensiero, e il pensiero non conosce altro medio che se stesso. L'esistenza non è senza pensiero, ma nell'esistenza il pensierosi trova in un medio estraneo. Che significa allora chiedersi,nel linguaggio del pensiero astratto, cos'è la realtà nel senso di esistenza, quando l'astrazione astrae precisamente dall'esistenza? — Cos'è il pensiero concreto? È il pensiero nel quale c'è un soggetto pensante e qualcosa di determinato (nel senso di singolare) che è pensato; dove l'esistenza da al pensatore esistente pensiero, tempo e spazio.

 

Che cosa significa che l'essere è più alto del pensiero? Se questa proposizione è qualcosa che deve essere pensata, il pensiero eo ipso è a sua volta più alto dell'essere. Se l'essere si lascia pensare, il pensiero è superiore; se non si lascia pensare,allora non è possibile un sistema dell'esistenza.

 

(S. Kierkegaard, Postilla, 322-323, 441-442)