VOLTAIRE, SULLA TIRANNIA

Voltaire distingue la tirannia di un solo uomo dalla tirannia di una classe di uomini. Posto con le spalle al muro, Voltaire dice di preferire la prima ipotesi, se non altro un solo nemico è molto meglio di molti nemici.

TIRANNIA. Si chiama «tiranno» quel sovrano che non conosce altre leggi che il suo capriccio, che ruba gli averi dei suoi sudditi e poi li arruola per andare a rubare quelli dei suoi vicini. Di tali tiranni, in Europa, non ce ne sono.
Si distingue la tirannia di uno solo e quella di molti. Questa tirannia di molti sarebbe quella di un corpo che usurpasse i diritti degli altri corpi, e che esercitasse il dispotismo per mezzo delle leggi da lui corrotte. Non esistono nemmeno queste specie di tiranni in Europa.
Sotto quale tirannia preferireste vivere? Sotto nessuna; ma, se bisognasse scegliere, detesterei meno la tirannia di uno solo che quella di molti. Un despota ha sempre qualche momento di buonumore; un'assemblea di despoti non ne ha mai. Se un tiranno mi fa un'ingiustizia, potrņ disarmarlo per mezzo della sua amante, del suo confessore o del suo paggio; ma una compagnia di cupi tiranni č inaccessibile ad ogni seduzione. Quando non č ingiusta, č per lo meno dura; e mai concede grazie.
Se vivo sotto un solo despota, me la cavo scansandomi contro un muro, appena lo vedo passare, o prosternandomi o battendo la fronte in terra, secondo i costumi dei vari paesi; ma se al governo c'č una compagnia di cento despoti, sono costretto a ripetere la cerimonia cento volte al giorno, il che alla lunga č assai noioso, quando non si abbiano le giunture pieghevoli. Se poi ho un podere vicino a quello di uno di questi signori, sarņ schiacciato; se ho un processo contro un parente dei suoi parenti, sarņ rovinato. Come fare? Ho paura che in questo mondo si sia ridotti ad essere incudine o martello: beato chi sfugge a questa alternativa.

(Voltaire, Dizionario filosofico)