Wiener Kreis, Per una concezione non metafisica della scienza

Pubblicato nel 1929, il manifesto Per una concezione scientifica del mondo costituisce l’atto formale di nascita del Wiener Kreis (“Circolo di Vienna”), anche se la nascita effettiva del Circolo risale al 1992 per iniziativa di Moritz Schlick (1882-1936). Il documento fu redatto quasi completamente da Otto Neurath (1882-1945)

 

Wissenschaftliche Weltaufassung: Der Wiener Kreis

 

Troviamo tendenze antimetafisiche specialmente in Inghilterra, dov’è ancor viva la tradizione dei grandi empiristi; le indagini di Russell e di Whitehead sulla logica e sull’analisi della realtà hanno raggiunto un’importanza internazionale. Negli U.S.A. queste tendenze assumono le forme piú varie; in un certo senso James appartiene anche a questo gruppo. La nuova Russia è sicuramente alla ricerca di una concezione scientifica del mondo, sebbene parzialmente poggiante su vecchie correnti materialistiche. Sul continente europeo, una concentrazione di lavoro produttivo verso una concezione scientifica del mondo si può trovare specialmente in Berlino (Reichenbach, Petzoldt, Grelling, Dubislav e altri) e in Vienna. È storicamente comprensibile che Vienna fosse un terreno specialmente adatto per tale sviluppo. Nella seconda metà del XIX secolo, il liberalismo fu a lungo la corrente politica dominante. Il suo mondo di idee proviene dall’illuminismo, dall’empirismo, dall’utilitarismo e dal libero movimento operaio in Inghilterra. Nel movimento liberale di Vienna occuparono posizioni guida studiosi di rinomanza mondiale. Uno spirito antimetafisico fu qui coltivato ad esempio da uomini come Teodoro Gomperz, che tradusse le opere di J. S. Mill, Suess, Jodl e altri. Grazie allo spirito illuministico, Vienna era alla testa di un’educazione popolare scientificamente orientata. La società per l’educazione popolare fu fondata e si sviluppò con la collaborazione di Victor Adler e Friedrich Jodl; “corsi di università popolare” e “atenei popolari” furono istituiti dal ben noto storico Ludo Hartmann, il cui atteggiamento antimetafisico e la cui concezione materialistica della storia si manifestarono in tutte le sue azioni. Lo stesso spirito ispirò anche il movimento della “Scuola libera”, che fu il precursore dell’odierna riforma della scuola. In questa atmosfera liberale visse Ernst Mach (nato nel 1838), che era stato in Vienna come studente e come libero docente (1861-64). Egli tornò a Vienna solo in età avanzata, quando fu creata per lui una speciale cattedra di filosofia delle scienze induttive (1895). Egli mirò essenzialmente a purificare la scienza empirica, e in primo luogo la fisica, dalle nozioni metafisiche. Ricordiamo la sua critica dello spazio assoluto, che ne fece un precursore di Einstein, la sua lotta contro la metafisica della cosa in sé e del concetto di sostanza, e le sue indagini sulla costruzione dei concetti scientifici a partire dagli elementi ultimi, cioè i dati di senso. Su alcuni punti la filosofia della scienza non ha convalidato le sue concezioni, ad esempio, la sua opposizione alla teoria atomica e la sua aspettazione che la fisica avrebbe progredito attraverso la fisiologia dei sensi. Ma i punti essenziali della sua concezione furono positivamente utili nell’ulteriore sviluppo della scienza. La cattedra di Mach fu poi tenuta da Ludwig Boltzmann (1902-06) che sostenne concezioni decisamente empiriste. L’attività dei fisici Mach e Boltzmann in un insegnamento filosofico fa capire che c’era un interesse vivo e dominante per i problemi epistemologici e logici che sono connessi con i fondamenti della fisica.

[...] Press’a poco lavorò a Vienna nello stesso tempo di Mach il suo amico e contemporaneo Joseph Popper-Lynkeus. Oltre ai suoi risultati fisici e tecnici, ricordiamo le sue ricerche filosofiche, ampie seppur non sistematiche (1899) e il suo razionale piano economico (1878). Egli serví consapevolmente lo spirito dell’illuminismo, come risulta anche dal suo libro su Voltaire. La sua ripulsa della metafisica fu condivisa da molti altri sociologi viennesi, per esempio Rudolf Godscheid. È notevole che anche nel campo dell’economia politica ci sia stato in Vienna un metodo strettamente scientifico usato dalla scuola dell’utilità marginale (Carl Benger, 1871). (...) A Vienna fu egualmente coltivata e sviluppata con speciale enfasi la teoria marxista (Otto Bauer, Rudolf Hilferding, Max Adler e altri). Questi influssi da varie parti, specie a partire dal 1900, ebbero per risultato la presenza a Vienna di un discreto numero di persone che discutevano con assiduità e frequenza problemi piú generali in connessione con le scienze empiriche.

 

[...] Nel 1922 Moritz Schlick fu chiamato a Vienna da Kiel. Le sue attività ben si adattavano allo sviluppo storico dell’atmosfera scientifica viennese. Fisico lui stesso all’inizio, egli risvegliò a nuova vita la tradizione che era partita da Mach e Boltzmann e s’era in certo modo sviluppata con Adolf Stöhr, propenso all’antimetafisica. (...) Intorno a Schlick, col passare del tempo, si riuní un Circolo i cui membri univano varie tendenze in direzione di una concezione scientifica del mondo. Questa concentrazione produsse una utile ispirazione reciproca. Nessuno dei membri è un cosiddetto filosofo “puro”; tutti hanno lavorato in uno speciale campo della scienza. Inoltre, provengono da differenti branche della scienza e, originariamente, da atteggiamenti filosofici diversi. Ma con gli anni è apparsa un’uniformità crescente; anche ciò è stato il risultato di un atteggiamento specificamente scientifico: “Ciò che in genere può essere detto, può essere detto chiaramente” (Wittgenstein); se ci sono differenze d’opinione, è alla fine possibile concordare, e pertanto l’accordo è cercato. Divenne sempre piú chiaro che fine comune di tutti era una posizione non solo libera dalla metafisica ma anche contraria alla metafisica. Gli atteggiamenti verso le questioni della vita mostravano anche un notevole accordo, benché tali questioni non fossero tra i temi di primo piano discussi nell’ambito del Circolo. Questi atteggiamenti, infatti, sono piú strettamente connessi alla concezione scientifica del mondo di quanto possa sembrare a prima vista. Ad esempio, gli sforzi per una nuova organizzazione delle relazioni economiche e sociali, per l’unificazione dell’umanità, per una riforma della scuola e dell’educazione rivelano tutti un legame intimo con la concezione scientifica del mondo; risulta che questi sforzi sono bene accolti e considerati con simpatia dai membri del Circolo, alcuni dei quali invero li perseguono attivamente.

[...] Abbiamo caratterizzato la concezione scientifica del mondo (wissenschaftliche Weltauffassung) essenzialmente mediante due tratti. In primo luogo, essa è empirista e positivista: c’è conoscenza solo dall’esperienza, che si basa su ciò ch’è immediatamente dato. Ciò stabilisce i limiti per il contenuto della scienza legittima. In secondo luogo, la concezione scientifica del mondo è caratterizzata dall’applicazione di un certo metodo, cioè l’analisi logica. L’intento dello sforzo scientifico è di raggiungere il fine, la scienza unificata, applicando l’analisi logica al materiale empirico. Perché il significato di ogni asserzione della scienza dev’essere determinabile mediante la riduzione dell’asserzione al dato; ed egualmente il significato di un concetto, quale che sia la branca della scienza cui appartiene deve essere determinabile con una graduale riduzione ad altri concetti, sino a pervenire ai concetti del livello piú basso che si riferiscono direttamente al dato. Se una simile analisi fosse compiuta per tutti i concetti essi sarebbero cosí ordinati in un sistema riduttivo, un “sistema costitutivo”. Le indagini per un tale sistema, la “teoria costitutiva”, formano la struttura entro cui l’analisi logica è applicata dalla concezione scientifica del mondo.

 

(...) L’aumento di tendenze metafisiche e teologizzanti che si mostra oggi in molte associazioni e sette, in libri e riviste, in discorsi e lezioni universitarie sembra basarsi sulle violente lotte economiche e sociali del presente: un gruppo di combattenti, attendendosi alle tradizionali forme sociali, coltiva atteggiamenti tradizionali della metafisica e della teologia, il cui contenuto è già stato superato da tempo; mentre l’altro gruppo, specie nell’Europa centrale, affronta i tempi moderni, respinge queste concezioni e prende posizione in base alla scienza empirica. (...) Cosí, la concezione scientifica del mondo è connessa con la vita del presente. Certo essa è minacciata da dure lotte e dall’ostilità. Nondimeno, ci sono molti che non disperano, ma, considerando la situazione sociologica presente, guardano in avanti con speranza al corso degli eventi che verranno. Naturalmente, non ogni singolo fautore della concezione scientifica del mondo sarà un lottatore. Qualcuno, contento della solitudine, condurrà un’esistenza solitaria sui gelidi pendii della logica; altri possono anche sdegnare di mescolarsi con le masse e rimpiangere la forma “triviale” che queste questioni assumono inevitabilmente con la diffusione. Tuttavia, anche i loro risultati avranno un posto tra gli sviluppi storici. Noi testimoniamo lo spirito della concezione scientifica del mondo penetrante in misura crescente le forme della vita personale e pubblica nell’educazione elementare e superiore, nell’architettura, nel modellamento della vita economica e sociale secondo principi razionali. La concezione scientifica del mondo serve alla vita e la vita l’accoglie

 

Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol. XXVIII, pagg. 164-167