FICHTE, Le rivoluzioni servono a fare progredire l’umanità

 

 

 

“L’umanità doveva essere misera, ma non doveva rimanere tale. Le sue costituzioni politiche, fonti della sua comune miseria, non potevano certamente sino ad ora essere migliori (altrimenti lo sarebbero già), ma esse devono diventare sempre migliori. Ciò è accaduto, in tutto il tempo a noi anteriore che possiamo seguire nella storia dell’umanità, e continuerà ad accadere, sino a che continuerà a svolgersi una storia degli uomini, in uno di questi due modi: o con salti violenti o con un progresso graduale, lento, ma sicuro. A violenti sbalzi, con gravi scuotimenti e sconvolgimenti sociali, un popolo può in un mezzo secolo avanzare più che non avrebbe fatto in dieci secoli; ma questo mezzo secolo è anche misero e pieno di sofferenze, ma questo popolo medesimo può anche del pari tornare indietro e riprecipitare nella barbarie di un millennio avanti. La storia del mondo presenta testimonianze dell’uno e dell’altro processo. Le rivoluzioni violente sono sempre un colpo d’audacia per l’umanità; se riescono, la vittoria conseguita compensa pienamente il disagio da esse arrecato; se falliscono, ci si precipita di miseria in miseria ancora maggiore. Più sicuro è il procedere gradualmente verso un sempre maggior progresso dei lumi e così verso il miglioramento della costituzione politica. In tal caso i progressi che voi fate sono meno considerevoli, mentre si compiono; ma guardate dietro di voi e già vedete un lungo tratto di strada percorso” (J.G. Fichte, “Rivendicazione della libertà di pensiero dai principi dell’Europa che l’hanno finora calpestata. Discorso”)