JEAN BAUDRILLARD




PATAFISICA E TRIONFO DELL'OGGETTO



Il pensiero di Baudrillard, dalla metà degli anni Sessanta in poi, mette in discussione le teorie di varie discipline. Durante gli anni Ottanta, le sue opere principali scritte nel decennio precedente furono tradotte in molte lingue e i nuovi libri furono a loro volta tradotti in inglese e nelle altre lingue più diffuse poco tempo dopo. Di conseguenza, egli divenne famoso in tutto il mondo come uno dei più influenti pensatori della postmodernità. Era una sorta di celebrità accademica, che si diffondeva per il mondo promuovendo la sua opera e guadagnandosi un seguito significante, anche se più al di fuori dell’ambito della teoria accademica che all’interno della disciplina della sociologia.

Mentre il suo lavoro stava diventando estremamente popolare, la sua scrittura divenne sempre più oscura. Nel 1979, Baudrillard pubblicò Seduzione, un testo di difficile interpretazione che rappresentò una svolta fondamentale all’interno del suo pensiero. Questo libro denota un allontanamento dal discorso più prettamente sociologico delle sue opere precedenti per avvicinarsi a delle aree più filosofiche e letterarie. Se ne Lo scambio simbolico e la morte Baudrillard indicò delle prospettive ultra-rivoluzionarie come alternativa radicale, considerando lo scambio simbolico come il suo ideale, ora trovava la sua alternativa alla produzione e all’interazione comunicativa nella seduzione. Tuttavia, la seduzione non indeboliva, invertiva, o trasformava le relazioni sociali o le istituzioni esistenti, ma era un’alternativa moderata, un gioco con le apparenze e con il femminismo, una provocazione che diede origine a una critica graffiante. Per Baudrillard, il concetto di seduzione era idiosincratico e implicava dei giochi con i segni che facevano della seduzione un aristocratico ‘ordine di segni e rituali’, in contrasto con l’ideale borghese della produzione; nel medesimo tempo, questo ordine favoriva l’artificio, l’apparenza, il gioco e la sfida contro il lavoro eccessivamente serio, finalizzato alla produzione. Baudrillard interpretava la seduzione soprattutto come un rituale e un gioco con regole, attrattive, insidie e lusinghe proprie. A questo punto, il suo diventò un estetismo neo-aristocratico dedicato a modi stilizzati di pensiero e di scrittura, che presentava una serie di categorie – la reversibilità, la sfida, il duello – che conducevano il suo pensiero verso forme aristocratiche di estetismo e metafisica.

Le prolifiche speculazioni metafisiche di Baudrillard sono evidenti in Strategie fatali (1983), un’altra pietra miliare nella sua carriera. Questo testo presenta un bizzarro scenario metafisico riguardante il trionfo degli oggetti sui soggetti all’interno della proliferazione ‘oscena’ di un mondo oggettificato talmente fuori controllo da oltrepassare tutti i tentativi di capirlo, concettualizzarlo e dominarlo. Questo scenario concerne la proliferazione e la crescente supremazia degli oggetti sui soggetti e il trionfo finale dell’oggetto. In una discussione in Estasi e inerzia, Baudrillard discute su come gli oggetti e gli eventi nella società contemporanea si superino continuamente, espandendo il loro potere. l’ ‘estasi’ degli oggetti consiste proprio in questa loro immensa espansione; è l’estasi intesa come l’andare al di fuori o oltre se stessi: è il bello che nella moda diventa più bello del bello, il reale che in televisione diventa più reale del reale, il sesso che nella pornografia diventa più sessuale del sesso. L’estasi è dunque la forma di oscenità (pienamente esplicita, nulla è nascosto) e di iperrealtà descritta precedentemente da Baudrillard e qui considerata a un altro livello, raddoppiata e intensificata. La sua visione della società contemporanea mostra una crescita altalenante, una escrescenza (croissance et excroissance) che espande e secerne beni, servizi, informazioni, messaggi, o richieste sempre più numerosi – superando tutti i limiti razionali in una spirale di crescita e riproduzione incontrollate.

Eppure, secondo Baudrillard, la crescita, l’accelerazione e la proliferazione hanno raggiunto estremi tali che l’estasi dell’escrescenza (cioè il crescente numero di beni) è accompagnata dall’inerzia. Il processo di crescita presenta una catastrofe per il soggetto, poiché non solo l’accelerazione e la proliferazione del mondo oggettificato intensificano la dimensione aleatoria del caso e dell’indeterminazione, ma gli oggetti stessi finiscono con il dominare il soggetto esausto, il cui interesse per il gioco degli oggetti si trasforma in apatia, stordimento e inerzia.   

Il crescente potere del mondo degli oggetti sul soggetto è stata fin dall’inizio una delle tematiche principali di Baudrillard, il quale sottolineava così una soggiacente unità nel suo progetto. Nei suoi primi scritti, egli studiò i modi in cui i beni incantavano gli individui nella società consumistica e i modi in cui il mondo dei beni assumeva un nuovo e maggior valore attraverso l’intervento del segno-valore e del codice – che erano parti del mondo delle cose, il sistema degli oggetti. Le sue polemiche contro il marxismo furono alimentate dalla convinzione che il segno-valore e il codice fossero più importanti, nel costituire la società contemporanea, dei tradizionali elementi di economia politica come il valore di scambio, il valore d’uso, la produzione e così via. Perciò, le riflessioni sui media occuparono il primo posto nei suoi pensieri: nel pensiero iniziale di Baudrillard, la televisione in quanto elettrodomestico era situata nel centro della casa e i media, le simulazioni, l’iperrealtà e l’implosione finivano per cancellare le distinzioni tra privato e pubblico, dentro e fuori, media e realtà. Dunque tutto era pubblico, trasparente e iperreale nel mondo oggettificato, il quale, con il passare degli anni, stava diventando sempre più seducente e affascinante.

In Strategie fatali e negli scritti successivi, l’oggetto domina o ‘sconfigge’ il soggetto. Le ‘strategie fatali’ suggeriscono che gli individui dovrebbero semplicemente sottomettersi alle strategie e agli artifici degli oggetti. Nelle ‘strategie banali’, “il soggetto pensa di essere più intelligente dell’oggetto, mentre nelle altre [le strategie fatali] si ritiene che l’oggetto sia più sagace, più cinico, più brillante del soggetto”. Precedentemente, nelle strategie banali, il soggetto credeva di essere più abile e indipendente dell’oggetto. Una strategia fatale, invece, riconosce la supremazia dell’oggetto e perciò parteggia per l’oggetto e si arrende alle sue strategie, ai suoi stratagemmi e alle sue regole.

In queste opere, sembra che Baudrillard conduca la sua teoria nel regno della metafisica, ma è un tipo particolare di metafisica, ispirata profondamente dalla patafisica sviluppata da Alfred Jarry. Per Jarry

 

“La patafisica è la scienza di ciò che si trova oltre la metafisica. […] Essa studia le leggi che governano le eccezioni e spiega un universo supplementare a quello in cui ci troviamo noi; oppure, meno ambiziosamente, descrive un universo che si può vedere – si deve vedere, forse – al posto di quello tradizionale.

Definizione: la patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che attribuiscono simbolicamente le proprietà degli oggetti, descritti dalla loro virtualità, alle loro caratteristiche”.

 

Come l’universo di Ubu Roi, le gesta e le opinioni del Dottor Faustroll (1969) di Jarry, e altri testi letterari – e anche le spiegazioni più teoretiche della patafisica di Jarry – quello di Baudrillard è un universo totalmente assurdo, dove gli oggetti comandano in modi misteriosi e dove le persone e gli eventi sono governati da interconnessioni assurde e dalla predestinazione (il drammaturgo francese Eugène Ionesco fornisce un altro buon esempio di questo universo). Come la patafisica di Jarry, l’universo di Baudrillard è dominato dalla sorpresa, dal capovolgimento, dall’allucinazione, dall’empietà, dall’oscenità e dal desiderio di scandalizzare e oltraggiare.

Così, in vista della crescente supremazia dell’oggetto, Baudrillard voleva che si abbandonasse il soggetto per schierarsi dalla parte dell’oggetto. Patafisica a parte, sembra che Baudrillard stesse tentando di porre una fine alla filosofia della soggettività, che aveva controllato il pensiero francese fin dai tempi di Cartesio, prendendo una direzione totalmente opposta. Il malin genie di Cartesio era uno stratagemma del soggetto che cercava di convincerlo ad accettare ciò che non era né chiaro né distinto, ma sul quale, in ultima istanza, egli era in grado di prevalere. Il ‘genio maligno’ di Baudrillard è l’oggetto stesso che è addirittura peggio degli inganni meramente epistemologici del soggetto affrontati da Cartesio e che costituisce un destino fatale che richiede la fine della filosofia della soggettività. Perciò, per Baudrillard, le persone vivono in un’era caratterizzata dal dominio dell’oggetto.

 




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