CHARLES TAYLOR

 

A cura di Fabio Funiciello

 

 

 

                                                                                                                                           

 

 

Carriera

Charles Taylor, soprannominato dai suoi amici "Chuck" ,si è  formato alla McGill University(B.A. in Storia  nel 1952). Ha continuato gli  studi all’ Università di Oxford, prima come Rhodes Scholar al Balliol College, (B.A. in Philosophy, Politics and Economics in 1955, e poi  a post-graduate, Master of Arts in 1960, Doctor of Philosophyin 1961), sotto la guida di  Isaiah Berlin and G.E.M. Anscombe. Ha ereditato la cattedra di  John Plamenatz come Chichele Professor of Social and Political Theory nell’ University of Oxford ed è Fellow of All Souls College ed è stato per molti anni  Professore di  Political Science and Philosophy  at McGill University  in Montreal, Canada, dove è poi diventato  professore emerito. Taylor è poi stato Board of Trustees Professor of Law and Philosophy at Northwestern University.Molti dei suoi studenti sono diventati importanti filosofi e politologi. Nel 1995, è diventato membro dell’  Order of Canada. Nel 2000, è stato nominato Grand Officer del National Order of Quebec. Nel 2007 ha vinto il Templeton Prize per le sue ricerche nell’ambito delle “realtà sociali”. Nel 2007 lui e Gérard Bouchard sono stati messi a capo per un anno della  Commission of Inquiry per la ricerca di una soluzione ragionevole per la “questione Quebec”. Nel Giugno 2008  ha vinto  il Kyoto Prize nella categoria arte e filosofia. Il Kyoto Prize viene paragonato dai giapponesi al Nobel.

 

 

Il Pensiero

 

Charles Taylor è l’espressione più avanzata del recupero della Filosofia Continentale in Nord-America. Egli si è formato nel clima analitico di Oxford di cui manterrà il rigore metodologico cercando di far dialogare la filosofia analitica e la filosofia dell’esistenza (in particolare lo influenza  Merleau-Ponty e il passaggio nel suo itinerario speculativo  dalla psicologia associazionista alla scoperta del metodo fenomenologico). Taylor nell’opera del 1964 The Explanations of Behavoir cercherà di studiare il comportamento dal punto di vista analitico e fenomenologico criticando la psicologia comportamentista e cercando di delineare la struttura dell’agire umano in maniera teleologica, vedendo che anche gli animali percepiscono la situazione in cui sono “gettati”. Il comportamento umano non può essere spiegato oggettivamente perché ci sono i desideri, le intenzioni che non possono essere neutralizzati da una presunta “psicologia scientifica”che vuole spiegare logicamente i comportamenti dell’essere umano. Il soggetto morale è guidato nel realizzare i suoi fini dagli iperbeni che sevono come criterio di scelta degli altri beni. I beni per Taylor sono ancorati nel preconscio spirituale degli esseri umani e l’identità si riferisce al bene e realizza un’ideale di vita, il bene morale ha una trascendenza ontologica che fa si che l’essere umani desideri realizzare il bene nella storia anche attraverso l’incontro con gli altri. Per Taylor il soggetto morale non può separarsi da un ineludibile quadro assiologico in cui si trova gettato e che fin dalla nascita influenza i nostri criteri di scelta  e per definire la natura della vita buona bisogna valutare il rapporto tra tradizione e identità morale. La successiva riflessione di Taylor si orienta verso il rapporto tra il soggetto morale e l’eredità della modernità. Egli riprende il concetto di cultura dell’epistemologia strutturale per cui  la cultura è un sistema di segni e simboli di cui il linguaggio è un’esperienza paradigmatica per cui non vi un solo modello culturale ma ve ne è una pluralità e per questo bisogna valutare se la modernità occidentale ha una sua specificità cercando una via di mezzo tra individualismo metodologico e strutturalismo. Il punto di partenza di Taylor è la critica al “pacchetto illuminista” che vuole un’interpretazione a-culturale della modernità che cerca di omogeneizzare la modernità sul modello occidentale che si fonda su:

 

 - Rivoluzione Scientifica                                                                 

 

- Secolarizzazione                                                                            

 

- Crisi della Metafisica                                                                        

 

- Individualismo                                                                                    

 

La modernità per Kant doveva liberare il soggetto dall’autorità esterna ereditando dal cristianesimo il valore assoluto della coscienza personale. Con la crisi della Storia Ordinata dalla Provvidenza l’individuo si trova a torcersi verso se stesso e il culmine di questa torsione è il “cogito cartesiano” che fonda la filosofia moderna e fa si che l’individuo moderno si trovi rinchiuso nella sua riflessività in un mondo dominato dall’anomia e dalla crisi dell’identità personale  dove domina una concezione utilitarista del benessere dove l’essere umano sembra non avere più prospettive per il futuro.

 

La critica comunitaria del Liberalismo

Taylor è associato a filosofi politici come Michael Walzer e Michael Sandel per la loro critica comunitaria alla teoria liberale della comprensione del sé. I Communitarians (“Comunitaristi”) enfatizzano l’importanza della società e dei valori comuni ereditati da una tradizione che hanno importanza per la comprensione di se stessi e della propria identità. Nel 1991, Taylor pubblica il Disagio della Modernità, dove delinea quali sono i mali della società moderna occidentale. Taylor sostiene, tra le tante cose, che la tradizionale teoria liberale dell’identità personale è troppo astratta,strumentale e ad una dimensione .Per  Taylor, da  John Locke a Thomas Hobbes fino ai più moderni teorici liberali come John Rawls e Ronald Dworkin, ci si è dimenticati della dimensione comunitaria in cui l’essere umano si trova gettato. L’uomo vive sempre in una comunità composta da suoi simili ed è, in questo senso, un “animale comunitario”, come già era stato magistralmente colto da Aristotele: questi aveva definito l’uomo un “animale socievole” (zoòn politikòn), destinato alla vita comunitaria. Contro la tradizione che – trovando in Locke e Hobbes i suoi massimi esponenti – si è dimenticata del carattere comunitario dell’esistenza umana, Taylor rivaluta in modo altamente positivo Hegel (studiato in Hegel e la società moderna), inteso come fondatore del comunitarismo. Per dare una comprensione più realistica alla comprensione del sé, Taylor conduce una analisi degli “orizzonti culturali” in cui gli esseri umani si trovano a vivere e ribadisce l’importanza dell’incontro\scontro con l’altro\i.

 

 

Lotte per il Riconoscimento

 

Nel saggio Multiculturalismo. Lotte per il Riconoscimento Taylor vede nel multiculturalismo un problema di riconoscimento e dedica gran parte del testo a fare la genealogia della nascita del concetto nel pensiero delle élite europee del Sette-Ottocento che hanno fatto si che il riconoscimento della propria identità culturale diventasse il programma principale del multiculturalismo del Novecento. Nel saggio Taylor vuole cercare di comprendere il “dilemma del riconoscimento”, che vuole riconoscere la pluralità delle culture cercando di negare l’esistenza di un universale valore culturale, di uscire dalle maglie dell’imperialismo culturale occidentale che sosteneva che le altre culture erano inferiori o di riconoscere solo alcune culture degne di essere valorizzate rispetto ad altre. L’analisi parte dalla svolta settecentesca in cui gli intellettuali europei passano dalla ricerca “dell’onore” alla ricerca del “riconoscimento” per poi passare ad  un “caso concreto” di politica di riconoscimento quello dei canadesi francofoni del Quebec.

 

 

 

Testi di Charles Taylor in Italiano

TAYLOR, CHARLES, Hegel e la società moderna, Il Mulino, Bologna, 1984.
TAYLOR, CHARLES, Gli immaginari sociali moderni, Meltemi, Roma, 2005.
TAYLOR, CHARLES, Multiculturalismo, la politica del riconoscimento, Anabasi, Milano, 1993.
TAYLOR, CHARLES, Il disagio della modernità, Laterza, Bari, 1994.
TAYLOR, CHARLES/ HABERMAS, JUERGEN Multiculturalismo. Lotte per il riconoscimento, trad. di Leonardo Ceppa e Gianlazzaro Rigamonti, Feltrinelli, Milano, 1998.

 

Testi e articoli su Charles Taylor:

GENGHINI, NEVIO, Identità, comunità, trascendenza. La prospettiva filosofica di Charles Taylor, Studium, Roma, 2005
PIRNI, ALBERTO, Charles Taylor. Ermeneutica del sé, etica e modernità, Lecce, Micella, 2002, p. 19. Saggio fondamentale delle analisi tayloriane sul problema dell'identità, Radici dell'io. La costruzione dell'identità moderna, trad. di R. Rini, Feltrinelli, Milano, 1993.
PARIOTTI, ELENA, Individuo, comunità, diritti tra liberalismo, comunitarismo ed ermeneutica, Giappichelli, Torino, 1997.
CORRADINI, ANTONELLA, Il pensiero di Charles Taylor tra comunitarismo e liberalismo, in G. Dalle Fratte (a cura di), Concezioni del bene e teoria della giustizia. Il dibattito fra liberali e comunitari in prospettiva pedagogica, Armando, Roma, 1995
COSTA, PAOLO, Verso un'ontologia dell'umano. Antropologia filosofica e filosofia politica in Charles Taylor, Unicopli, Milano, 2001.
VITALE, ERMANNO, Il soggetto e la comunità. Fenomenologia e metafisica dell'identità in Charles Taylor, Giappichelli, Torino, 1996.
COSTA, PAOLO, Sfera pratica e argomentazione trascendentale in Sources of the Self, Fenomenologia e Società, XIX (1996), n. 1-2.
CREMASCHI, SERGIO, Charles Taylor e le due facce dell'individualismo, Iride, IX (1996), n. 18
PIRNI, ALBERTO, Identità, vita quotidiana e spazio pubblico a partire da Charles Taylor, in A. DE SIMONE (a cura di), Identità, spazio e vita quotidiana, QuattroVenti, Urbino, 2005.



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