La chiesa cattolica e il suo irrimediabile decadimento morale

 

di Andrea Pesce

 

 

 

La nostra riflessione prende le mosse dalla tanto declamata "politica del fare" del nostro governo; in particolare le azioni che hanno per oggetto i respingimenti dei barconi con a bordo persone in fuga da realtà terrificanti dei paesi sottosviluppati, donne e uomini che le nostre autorità non esitano a definire "clandestini". I fatti sono noti: la nostra Guardia costiera, appena riceve segnalazione che una di queste barche entra in acque territoriali italiane, costringe l'imbarcazione al ritorno sulla costa libica ove la polizia locale si incarica di arrestare i naviganti, per poi trasferirli al loro paese d'origine. Sulla fine di queste persone sappiamo pochissimo. I media italiani, troppo impegnati a diffondere l'ottimismo tanto caro al Presidente del Consiglio, non si occupano di queste faccende. Tuttavia, per chi volesse approfondire su altre fonti (internet e dintorni), sembra che il deserto del Sahara pulluli di cadaveri in avanzato stato di decomposizione  e di scheletri sparsi quà e là tra le dune. Bisogna inoltre considerare che prima di arrivare al deserto, che rappresenta l'unica via di fuga, queste persone sono imprigionate nelle carceri libiche, che non sono certo dei grand hotel, e la polizia di Gheddafi sicuramente non riserva loro trattamenti sopraffini.

Molte sono state le voci che a livello internazionale si sono levate per condannare questa vergogna, prima fra tutte l'Onu col suo dipartimento per la difesa dei diritti umani. La più flebile, se non addirittura la più silente, è stata quella della chiesa cattolica. Il Papa, in questa occasione, avrebbe dovuto far sentire tutto il suo peso sulla politica nazionale, attraverso una ferma condanna verso scelte così violente e scellerate, pretendendo dalle forze di governo (che si dichiarano paladine della cristianità in Europa), un drastico ripensamento sulle decisioni adottate. Intervenire sull'attività istituzionale solo quando le decisioni politiche possono incidere sul patrimonio economico del clero, oppure farsi avanti solo quando qualche normativa potrebbe scalfire il perbenismo ipocrita delle alte sfere ecclesiastiche (matrimoni gay, aborto, divorzio, eutanasia ecc...), rappresenta soltanto l'avvenuto e ormai irrecuperabile decadimento morale della chiesa di Roma, trasformatasi in multinazionale economico-politica, fiancheggiatrice dei peggiori dittatori in mezzo mondo, dedita ormai soltanto a rastrellare meschini favori da politici ignobilmente genuflessi.

La Chiesa cattolica da tempo non è più cristiana. Matteo 25: "Venite, benedetti da Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avte dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato...". I vangeli sono zeppi di precetti di questo genere ma vengono tranquillamente ignorati dalle autorità ecclesiastiche, atteggiamento consentito grazie all'ignoranza dei fedeli che si lavano la coscienza andando in chiesa alla domenica e abbuffandosi nei cenoni di Natale.

Tra gli altri comportamenti sconcertanti che riguardano il recente passato è bene ricordare che la chiesa cattolica, nella persona di Papa Giovanni Paolo II, nel 1987, strinse la mano al criminale Pinochet durante una visita ufficiale in Cile e, nel 1992, sempre il papa polacco, ha avviato il processo di beatificazione per Monsignor Josemaria Escriva de Balaguer, prelato fascista e fiancheggiatore del regime franchista in Spagna. Inoltre, cardinali e vescovi, si danno un gran daffare nel tentativo di occultare gli scandali dei preti pedofili, trasferendoli in diocesi alternative e offrendo risarcimenti in denaro alle famiglie delle vittime di questi abusi sessuali. Infine, sempre Papa Wojtyla negli anni ottanta, soffocò la "teologia della liberazione" in America Latina, colpevole di essere contro i regimi dittatoriali e per avere accostato Marx e Gesù Cristo nel motto: "Gli ultimi erediteranno la terra". 

Che la chiesa di papa Ratzinger andasse a braccetto con lo schieramento capeggiato da Silvio Berlusconi lo si era già capito ai tempi del governo Prodi. La C.e.i. (Conferenza Episcopale Italiana) del cardinal Ruini, non ha mancato occasione di far sentire la propria voce contro il governo di centro-sinistra, su quasi tutti i provvedimenti legislativi sui quali era avviata una discussione parlamentare. Esemplare in tal senso la "crociata" dei vescovi contro il disegno di legge per le unioni civili tra coppie eterosessuali (i famosi Pacs, poi Dico, poi nulla...), per non parlare dei lamenti dell'Avvenire (l'organo di stampa della Cei), al solo lontano accenno sui diritti delle coppie gay. Come si è visto l'ingerenza della chiesa sulla politica italiana, ha affossato ogni tentativo di legislazione su tali materie, concentrando il nuovo governo Berlusconi nella perpetuazione degli infiniti privilegi di cui gode il clero nella sua totalità. 

Anche sulla comunanza di vedute in materia fiscale, la chiesa di Roma e il governo di centro-destra, sono molto vicini. Su La stampa del 2/08/07 Don Gianni Baget Bozzo così si esprimeva: "Evadere le tasse non è peccato, perchè non infrange nessun precetto", e Oscar Giannino su Libero il 10/08/07, esortava: "La nostra casa è laddove poniamo il nostro denaro. Pertanto viva Valentino Rossi e viva i paradisi fiscali!". Vedute di tal genere sono soltanto uno sciocco invito al consolidarsi del malcostume italiano dell'evasione fiscale, un'esortazione a rafforzare quell'irrazionale furbizia costruita nei secoli dall'italiano medio, che ci rende immaturi e ridicoli agli occhi di altri popoli europei.

Il filosofo Umberto Galimberti ha dato una possibile risposta a questa santa alleanza tra chiesa e destra italiana, affermando che ad entrambe mancherebbe il senso dello stato. A pagina 66 del libro "Il segreto della domanda" edito da Apogeo Feltrinelli, egli si esprime in questi termini: "La chiesa cattolica, dal canto suo, condivide con la destra il primato dell'individuo rispetto alla comunità, perchè la salvezza dell'anima è individuale. Ed essendo questa salvezza la cosa più importante, la chiesa ha sempre concepito lo Stato non come istituzione preposta al "bene comune", ma come l'organismo che ha per suo compito la "limitazione del male", ossia la rimozione degli ostacoli che si frappongono al conseguimento della salvezza individuale. In questo modo la chiesa ha separato l'individuo dalla società, e quindi l'etica (che è rimasta individuale) dalla politica comunitaria, pensata come un luogo a cui l'individuo può prendere parte, ma non come luogo della sua autorealizzazione". E' chiaro che dal punto di vista cattolico lo Stato è assolutamente svalutato rispetto a ciò che attende il fedele nel mondo ultraterreno; il pagare le tasse per un bene comune come il proprio paese, è scevro da qualsivoglia dovere morale. E allora risulta essere normale il porsi accomodante di Benedetto XVI, durante incontri ufficiali con politici, uomini delle istituzioni condannati in via definitiva o indagati per frode fiscale, falso in bilancio e altri reati finanziari, personaggi verso cui il papa non rivolge neppure un segno di rimprovero o ammonizione, coi quali invece posa in edulcorate fotografie di gruppo come tra vecchi amici.

Forse il grande teologo Joseph Ratzinger si è dimenticato del ruolo che dovrebbe svolgere la religione nei confronti delle pulsioni irrazionali, come ad esempio il razzismo paleo-nazista della lega (è di pochi giorni fa la proposta del leghista Salvini di riservare posti a sedere in metropolitana per i milanesi), fanatismo che ormai guida le scelte legislative di governo. Proprio la religione dovrebbe avere la funzione di relegare questa forze inconsce e incontrollabili, trattenendole in una sfera altra e aliena dalla comunità degli uomini. "Sacro" significa proprio "separato", allontanato dai più e accessibile soltanto da persone preposte, come appunto sono i sacerdoti, i quali, in spazi (chiese) e tempi (giorni di festa) separati, arginano l'avanzata del sacro attraverso rituali e sacrifici. Probabilmente, costoro, sono troppo impegnati nell'amministrazione di faccende mondane, come la gestione dell'immenso patrimonio immobiliare di cui la chiesa è proprietaria, e del quale non versa un euro di tasse allo stato italiano, oppure sono troppo dediti a curare gli interessi degli sterminati capitali depositati nello I.o.r., Istituto Opere Religiose (la banca vaticana), risorse che al termine della II guerra mondiale furono anche utilizzate per fornire passaporti e vie di fuga a ex nazisti e sostenitori del regime di Hitler. Chissà se anche questa banca, al pari di tutte le altre, sta subendo la crisi economica che investe il pianeta, oppure Dio, ancora una volta, l'ha dispensata dalle tribolazioni terrene?

 

 

INDIETRO