GILLES DELEUZE

A cura di Diego Fusaro


"Il mondo non è nè vero nè reale, ma vivente". ("Nietzsche e la filosofia", 1970)

BREVE PRESENTAZIONE

Viene spesso riportata una frase di Foucault il cui significato appare enigmatico: " un giorno forse il secolo sarà detto deleuziano ". Gilles Deleuze (1925-1995) è stato senza dubbio un maestro e un pensatore di grande profondità; però, a parte la collaborazione con Guattari, da cui è nato uno dei libri più letti e discussi della filosofia contemporanea, "L'Anti-Edipo" (celebre e molto discusso è l'incipit: " l'Inconscio caga, fotte e piscia "), il suo lavoro si è svolto in modo abbastanza appartato, e solo tardivamente i suoi libri hanno iniziato a essere tradotti e conosciuti nel mondo anglosassone. L'affermazione di Foucault ha però una certa verosimiglianza, non tanto o soltanto perché il secolo sarebbe stato in qualche modo segnato dall'evento del pensiero di Deleuze, quanto perché Deleuze stesso è stato fortemente segnato dal pensiero del secolo. La caratteristica del pensiero deleuziano è il tentativo di pensare la contemporaneità filosofica in termini progressivi e innovativi; in lui si esprime un'idea della filosofia radicalmente sperimentale e fortemente orientata in senso emancipativo . Sperimentazione ed emancipazione (due tipiche parole chiave del Novecento) sono i princìpi orientativi del lavoro filosofico di Deleuze. La sua filosofia si presenta come una forma di costruzionismo (compito della filosofia è " creare concetti ", come si ripete nell'ultimo testo scritto in collaborazione con Guattari, "Che cos'è la filosofia?" - di qui una certa affinità con i teorici analitici del linguaggio ideale); ma è dotata di motivi del tutto peculiari. In Deleuze il costruzionismo si connette a una forma di animismo , per cui si ammette che i concetti creati non siano entità inerti, ma al contrario siano capaci di autoformazione, e dunque siano dotati di una vita e una storia (è questa una circostanza in parte limitativa: lo sperimentalismo deve sempre fare i conti con l'autonomia delle "cose" di cui si occupa). L'ultima conseguenza è che l'emancipazione in gioco risulta essere un programma vasto e radicale: non è solo l'emancipazione degli esseri umani, ma è anche emancipazione degli oggetti e dei concetti. Fin dagli anni Settanta ("Conversazioni", con Claire Parnet, 1977) il programma deleuziano si presenta come una liberazione del pensiero : liberazione da quelle strettoie logico-linguistiche che impediscono il movimento dei concetti e per questa via giungono a impedire l'effettivo movimento dei corpi.

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