Socrate

Alla fine, come era prevedibile, il candidato fantoccio dell’Unione Europea è riuscito a imporsi in Romania. Non che Simion rappresentasse l’alternativa, sia chiaro: ricordiamo bene le sue deplorevoli frasi contro i russi e sulla assunzione del governo ultra-liberista di Giorgia Meloni come modello di riferimento per la Romania. In ogni caso, non era lui il candidato voluto da Bruxelles, che alla fine, in un modo o nell’altro, è riuscita a imporre il proprio volere. Il candidato vincente è un caudillo dell’Unione Europea, un semplice euroinomane di Bruxelles piazzato in Romania a garantire che l’ordine neoliberale prosegua senza fastidiosi impacci anche in quelle lande. La vicenda della Romania merita davvero di essere brevemente ricordata: il candidato Georgescu si è visto, nell’ordine, annullare le elezioni, fermare dalla polizia, e, dulcis in fundo, dichiarare ineleggibile. E ora la vicenda può dirsi chiusa con il trionfo preordinato dell’ordine funzionale a Bruxelles. Davvero un curioso concetto di democrazia, quello in cui si può votare liberamente ma le elezioni sono valide solo se vince il candidato voluto dall’ordine dominante. Ricorda nemmeno vagamente il fare capriccioso dei bambini, che tirano il dado fin quando non esce il numero che desideravano fin da principio. Sempre così attenta a condannare le dittature e i totalitarismi altrui, l’Unione Europea dovrebbe seriamente prendere a guardare in se stessa. Potrebbe in tal maniera scoprire di essere essa stessa una realtà tutto fuorché democratica. Per parte nostra, già da tempo definiamo la cosiddetta democrazia occidentale una plutocrazia neoliberale finanziaria a base imperialistica. Il lemma democrazia suona come un flatus vocis, come una copertura ideologica per una realtà che tutto è fuorché democratica, coincidendo in ultima istanza con l’autogoverno dei mercati e delle loro classi di riferimento. La recente vicenda della Romania non fa che confermare questa impietosa analisi.

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