Libri di Diego Fusaro

Vi è stato nei giorni scorsi un attentato contro Vladimir Putin, presidente della federazione Russa. Droni ucraini hanno provato ad abbattere l’elicottero su cui Putin stava viaggiando, ma senza successo. Diciamo senza ambagi e senza perifrasi che il fallimento dell’attentato è un’ottima notizia, anzitutto perché, se dovesse venire meno Putin, la Russia rischierebbe di non avere più quella forza dimostrata finora nel resistere all’imperialismo della civiltà a stelle e strisce; quell’imperialismo che già da tempo vorrebbe ridurre la Russia a semplice colonia di Washington, normalizzandola e devitalizzandola. Come peraltro sta provando a fare fin dagli anni novanta, mediante il processo di graduale allargamento della NATO e dell’Occidente, anzi dell’uccidente liberal-atlantista, negli spazi un tempo di pertinenza dell’Unione Sovietica. Che dire poi dell’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood? Uno stato che ormai opera in maniera terroristica e che l’occidente continua sciaguratamente a celebrare come una democrazia in senso pieno: quell’Ucraina che ha imposto il canale televisivo unico e ha perseguitato la chiesa ortodossa, mettendo fuori legge oltre tutto il Partito comunista. Ancora, quell’Ucraina che si serve serenamente del neonazista battaglione Azov. E che viene tuttora supportata solertemente dall’Unione Europea, che ora con la signora Kallas vuole addirittura prendere misure forti contro la Russia, identificata con il male sulla terra. La situazione è tragica, senza però riuscire in alcun modo a essere seria.