Socrate

In un suo recente post su Facebook, il governatore della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, mena vanto del fatto che a Modena è stato rimosso un cartellone a suo giudizio inqualificabile e che sono stati pure denunciati i promotori dell’iniziativa. Il cartellone mostra la mano dell’Italia e quella della Russia che si stringono, con la scritta “la Russia non è il nostro nemico. Mattarella non parla In nome del popolo italiano”. Si può anche essere in disaccordo con il tono del cartellone, ma non è questo il punto dirimente. Il punto invece sta nel fatto che questo modo di operare censorio e repressivo appare davvero indegno di una repubblica democratica, nei cui spazi, come bene sapeva Spinoza, dovrebbe sempre valere la libertas philosophandi, cioè la libertà di dire tutto ciò che si pensa senza essere perseguitati e repressi. Se si rimuove questo diritto fondamentale, si perde ogni umanità, scriveva Spinoza nel suo capolavoro politico, il “Trattato teologico-politico”, testo che oltretutto detiene il record come opera più odiata e più bersagliata della storia della filosofia. Anche sotto questo profilo, appare siderale la distanza che separa la nostra odierna Italia dall’essere una repubblica democratica: gli spazi di libertà di espressione vanno comprimendosi di giorno in giorno, nel nome della lotta contro la disinformazione e nel nome del pensiero unico politicamente corretto. Oltretutto appare lampante l’avvenuta metamorfosi kafkiana della sinistra, un tempo dalla parte della contestazione dell’ordine dominante e dalla parte della libertà di espressione: oggi, avendo abbandonato la falce e il martello per l’arcobaleno, la sinistra, che più proprio sarebbe definire sinistrash, sta saldamente dalla parte dell’ordine costituito, cioè l’autogoverno classista dei mercati, celebrato come perfetta democrazia da difendere dal ritorno del fascismo, cioè da tutto ciò che possa mettere a repentaglio la civiltà dei mercati, fossero anche Marx e Lenin. Sarebbe buona cosa ricordare socraticamente a Bonaccini che le idee false si combattono con le idee vere e che il contrario di falsità non è censura, ma verità. Si oppongono ogni giorno al fascismo, che per fortuna non esiste più da 70 anni, e poi, celebrando la censura e la repressione del pensiero libero, non si accorgono di aver metabolizzato più del previsto della forma mentis del Ventennio aborrito.

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