Leggo su “Repubblica”, rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico, che gli Europei – senza ulteriori precisazioni – temono attacchi da parte della Russia e hanno bisogno di più soldati. Intanto, su “La Stampa” di Torino esce nei giorni scorsi un articolo, in cui si spiega chi verrebbe concretamente richiamato alle armi in Italia qualora vi fosse realmente la guerra. La posizione surreale dell’Unione Europea si lascia così compendiare: per un verso, essa provoca in ogni modo la Russia di Putin, mandando armi e finanziamenti all’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood (l’attore più pagato di sempre); per un altro verso, teme le reazioni di Putin e magari anche l’attacco, lasciando intendere naturalmente che la colpa è tutta della Russia e non certo dell’Europa che l’ha provocata in ogni modo anziché provare a favorire soluzioni diplomatiche e negoziati di pace. Il fatto che ora si dica che vi è bisogno di più soldati genera ragionevolmente inquietudine presso la popolazione civile: si va forse verso un richiamo alle armi per la popolazione? Rischiano gli europei di trovarsi al fronte per scelte scriteriate degli euroinomani di Bruxelles? E la popolazione europea davvero è pronta a immolarsi al fronte per l’imperialismo della NATO, della civiltà dell’hamburger e, più In generale, di quell’occidente che già da tempo abbiamo proposto di qualificare come uccidente, a sottolinearne il carattere intrinsecamente nichilistico e pantoclasta? L’abbiamo detto e non ci stanchiamo di ribadirlo ad nauseam: di tutte le posizioni in campo in questo conflitto, quella dell’Unione Europea figura palesemente come la più assurda e come la più demenziale. L’Europa avrebbe da subito dovuto promuovere il dialogo e i negoziati. E invece si è sciaguratamente schierata in maniera irriflessa dalla parte dell’imperialismo di Washington, scegliendo in modo irresponsabile di spezzare le ottime relazioni non solo commerciali che aveva saputo instaurare con la Russia. Ciò ha determinato non solo evidentemente un danno clamoroso per l’economia Europea (la parola recessione è già nell’aria da tempo) ma adesso anche il pericolo di un conflitto diretto con la Russia; conflitto nel quale, per dirla con Manzoni, l’Europa si troverebbe naturalmente nella posizione del vaso di terracotta in mezzo a vasi di ferro. Si sarebbe potuta scegliere una posizione più assurda e più platealmente demenziale rispetto a questa?
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