Socrate

Così leggo sulle pagine del “Fatto Quotidiano”: “Von der Leyen tira dritto e scavalca la Plenaria sul piano di riarmo: ignorati il parere legale e il voto del Parlamento”. Insomma, la signora von der Leyen, vestale del neoliberismo europeo, sacerdotessa dei mercati finanziari speculativi, ha deciso autocraticamente: questo riarmo s’ha da fare, che piaccia oppure no. Del resto, ce lo chiedono i mercati, ce lo chiede l’industria automobilistica teutonica in crisi, ce lo chiede la folle ideologia europeisticamente corretta che vuole a ogni costo la guerra. Pochi giorni prima di andarsene, Bergoglio ci aveva regalato un’altra delle sue perle politicamente e teologicamente corrette, dicendo che quando comandano le donne le cose vanno bene: non si direbbe proprio, davvero, e ci pare più opportuno dire che le cose vanno comunque male quando decidono i padroni dell’ordine capitalistico, donne o uomini che siano. Un altro papa del nostro tempo senza spirito, Roberto Benigni, nel suo monologo catodico di qualche settimana fa ci aveva ricordato doviziosamente che l’Unione Europea rappresenta il più grande laboratorio democratico degli ultimi cinquemila anni: la vicenda della signora von der Leyen che scavalca il Parlamento e impone il suo diktat rappresenta una delle molteplici confutazioni della banalità ideologica sostenuta dal bardo del pensiero unico politicamente corretto Roberto Benigni. Come non ci stanchiamo di dire ormai da anni, l’Unione Europea si regge strutturalmente su un deficit di democrazia: nasce anzi con l’esplicita volontà di ridurre le democrazie nazionali legate ai parlamenti degli Stati sovrani, spostando la decisione sovrana verso enti sovranazionali che di democratico non hanno nulla. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: la lotta di classe contro il capitalismo dominante significa oggi in Europa anzitutto lotta contro l’Unione Europea in quanto progetto di classe dei gruppi dirigenti per riorganizzare il vecchio continente in chiave ultracapitalistica.

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