Il capitalismo non è malato: è la malattia. I suoi cinici agenti dapprima distruggono e destabilizzano gli Stati africani con imperialismi etici e bombardamenti umanitari. Così costringono i popoli alla fuga e allo sradicamento. Poi deportano suddetti popoli con navi private, umanitarie quanto i bombardamenti di cui sopra. Nella sua opera di rapina, il capitale ovviamente agisce sempre a fin di bene, ci mancherebbe. Deportati i popoli, li sfrutta senza pietà, come accade nelle piantagioni di pomodori o, in questi giorni, a Cremona. Così può poi anche sfruttare meglio la manodopera locale, costringendola a competere al ribasso coi deportati, con i descamisados della mondializzazione. Di più, può trionfare: la lotta ora è orizzontale, tra africani sfruttati ed europei sfruttati. Gli sfruttatori si godono lo spettacolo. E si assicurano che i circensi dello spettacolo permanente seguitino nella loro narrazione edulcorante e falsata, basata sui falsi miti della integrazione e della accoglienza, dei salvataggi in mare e delle chances della mondializzazione. Tutto questo perché gli schiavi, anziché ribellarsi, amino le proprie catene e siano anzi pronti a battersi contro chi davvero volesse ribellarsi.


Citazioni

"Ares separa l'uno dall'altro gli opposti nell'universo, Efesto rende senza posa conforme alle regole dell'arte l'organizzazione intera del sensibile. Questi dei hanno bisogno tutti e due di Afrodite, uno per mettere accordo e ordine negli opposti, l'altro per introdurre nelle opere sensibili la bellezza e tutto lo splendore che ha potuto fare di questo mondo la più bella delle cose visibili". (Proclo)







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