Socrate

L’Italia si è astenuta rispetto al nuovo piano pandemico lanciato dall’oms, organizzazione mondiale della sanità. Da più parti, questa scelta è stata aspramente criticata, mobilitando le solite logore categorie del pensiero unico politicamente e terapeuticamente corretto. Il dottor Burioni, ad esempio, ha tuonato contro la scelta a suo dire scellerata dell’Italia. Per parte nostra, siamo convinti che astenersi su questi temi sia ancora poco: sarebbe d’uopo direttamente votare contro e far valere pienamente il dissenso rispetto a un progetto di governance globale che si inscrive perfettamente nel nuovo ordine dei rapporti di forza su scala planetaria. La sovranazionalizzazione delle decisioni rappresenta una delle cifre della globalizzazione neoliberale, con il suo peculiare svuotamento delle sovranità nazionali e dunque di quel che resta delle democrazie. Il fatto che l’OMS proponga ora un nuovo piano pandemico vuol dire che in futuro, presto o tardi, avremo situazioni analoghe a quelle già sperimentate nel 2020: anzi, più precisamente, si può ben dire che quanto sperimentato nel 2020 sia stato un grande laboratorio di preparazione dei nuovi assetti di governo delle cose e delle persone. L’emergenza permanente, di ogni tipo, rappresenta la cifra dell’ordine neo-liberale, che muta l’emergenza stessa in nuova normalità e in precisa struttura governamentale. Emergenza come metodo di governo significa anzitutto che l’emergenza permanente trapassa senza soluzione di continuità in stato di eccezione permanente: governare diventa sinonimo di amministrare l’emergenza che di volta in volta si presenta. Ma poi vuol dire anche che l’ordine dominante utilizza l’emergenza per imporre le proprie politiche di classe lasciando intendere che siano risposte obbligate e necessarie per fronteggiare l’emergenza che di volta in volta si para innanzi. L’abbiamo ripetuto infinite volte e lo sottolineiamo anche ora: non può esistere emergenza di alcun tipo che giustifichi la limitazione delle libertà e la compressione dei diritti fondamentali, questo è il punto fondamentale a cui occorrerebbe rimanere sempre fedeli, ben sapendo che l’uso politico dell’emergenza serve proprio anche a questo, a rendere inevitabile l’inaccettabile. Cioè a fare sì che la popolazione terrorizzata accetti per via dell’emergenza ciò che in una condizione di normalità respingerebbe incondizionatamente.

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