Socrate

Leggiamo in questi giorni che l’Ucraina si è ritirata dalla convenzione di Ottawa che prevede il divieto di impiego di mine antiuomo. Dunque il guitto di Kiev, l’attore Nato Zelensky, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, torna alla possibilità dell’impiego di mine antiuomo nella sua scellerata guerra contro la Russia di Putin: guerra che, come non ci stanchiamo di ripetere, è in realtà la guerra che l’occidente, anzi l’uccidente, sta conducendo contro la Russia utilizzando l’Ucraina semplicemente come instrumentum belli, con l’obiettivo inconfessabile di far cadere la Russia stessa e di normalizzarla in senso atlantista. Che dire allora del guitto e dell’Ucraina, che vengono continuamente celebrati dai giornali più letti e soprattutto più venduti come il paradiso della libertà e della democrazia, dei diritti e dei sacri “valori dell’occidente”? Le mine antiuomo rientrano in questo Pantheon di valori sempre osannati? Si aggiunge un tassello non trascurabile all’operato del guitto di Kiev: il quale, a proposito di democrazia e di libertà, ha limitato i partiti d’opposizione, imposto il canale unico televisivo, perseguitato la chiesa ortodossa e, dulcis in fundo, reintrodotto la possibilità dell’impiego delle mine antiuomo. Queste ultime, non vi è dubbio, rappresentano l’apice della barbarie e dovrebbero essere bandite ubiquitariamente. Invece l’Ucraina fa marcia indietro e torna alla possibilità di impiegarle, con ciò rivelando realmente la propria essenza: lungi dall’essere il regno della libertà e della democrazia, l’Ucraina del guitto di Kiev figura come un’oasi di barbarie funzionale all’imperialismo di Washington e alla sua libido dominandi. E che dire, allora,. dell’uccidente che continua a supportare e a celebrare l’Ucraina, spingendosi perfino a nobilitare l’inqualificabile battaglione Azov?

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