La vulgata “liberal” continua a saturare lo spazio del simbolico con la grande narrazione incensante la nostra società di libera democrazia contrapposta agli orrendi totalitatismi rossi e neri del Secolo breve. E, intanto, suddetta società di libera democrazia viene assumendo ogni giorno che passa tratti più totalitari. A tal punto che forse, senza esagerazioni e al riparo dal vitreo teatro delle grandi narrazioni, dovremmo avere il coraggio di asserire, senza perifrasi, che solo oggi il totalitarismo è pienamente compiuto. Lo si evince, oltretutto, dalla questione dei microchip sottocutanei introdotti in più parti del mondo, rigorosamente “liberal” e inserite nei circuiti della free market democracy. Tra questi spiccano, ovviamente, gli Stati Uniti d’America, avamposto a stelle e strisce della mondializzazione del libero mercato con liberalizzazione permanente dei consumi e dei costumi. Più ancora degli apparati neototalitari di sorveglianza panoptica (microchip, telecamere h24, e così via), fa orrore la naturalezza con cui tutto ciò viene vissuto, presentato e celebrato dall’industria dell’informazione e dai nuovi sudditi entusiasti delle proprie catene. Non v’è schiavo più schiavo di chi non sappia di esserlo. Il controllo totale e totalizzante rende i precedenti totalitarismi rossi e neri dilettanteschi rispetto al nuovo totalitarismo glamour liberal-libertario del tecnocapitalismo no border La norma del “panottismo” (Foucault) come tecnica politica di sorveglianza integrale e senza interruzioni non ribadisce sic et simpliciter l’arcaico principio della sorveglianza e dell’occhio del sovrano: al contrario, afferma la nuova regola del controllo individualizzante e senza interruzioni spaziali e temporali del corpo sociale nella sua interezza. Controllo totale e totalizzante, che rende i precedenti totalitarismi rossi e neri dilettanteschi rispetto al nuovo totalitarismo glamour liberal-libertario del tecnocapitalismo no border. Nella nuova strutturazione panoptica del capitale liquido e flessibile, che segna il transito pienamente avvenuto – con la sintassi di Deleuze – da una «società di disciplina» a una «società di controllo», si inscrivono gli stessi processi di individualizzazione precedentemente richiamati, culminanti nel dispositivo del microchip sottocutaneo. Essi producono una condizione analoga a quella evocata da Bentham in riferimento al dispositivo del Panopticon e alle celle in cui i singoli prigionieri sono rinchiusi, privi di contatti tra loro: con l’aggravante, però, che i nuovi carcerati della civiltà dei consumi nemmeno più avvertono il carattere opprimente della propria cattività, troppo spesso scambiandola per la sola libertà possibile. Benvenuti nel nuovo totalitarismo, rigorosamente trendy e cool!
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