Anche il “National Geographic” diffonde il gender per i bambini. Per educarli fin dalla tenera età al nuovo profilo antropologico unisex del consumatore perfetto. E guai a chi osi dissentire: sarà silenziato come omofobo.




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Di admin

124 pensiero su “Il “National Geographic” diffonde il gender per i bambini”
  1. Mi pare abbiano dedicato più di una rubrica a questioni simili anche in passato.
    Siamo andati troppo oltre in nome di una tolleranza ostentata ed acritica.

  2. L’articolo in questione, anzi il reportage, è molto più complesso di una semplice volontà di diffondere il gender per i bambini per educarli fin dalla tenera età al nuovo profilo antropologico unisex del consumatore perfetto. Anzi direi che questa volontà proprio non c’è. Si tratta di un reportage con articoli che spaziano dall’analisi del grado di pari opportunità tra i sessi nei vari paesi del mondo, a studi su come certe disfunzioni cromosomiche influiscano sullo sviluppo sessuale delle persone che ne sono affette, su come alcune culture identifichino le differenze di genere a prescindere dagli organi sessuali, è presente un breve articolo su caso di violenza ai danni di un transessuale in Jamaica. In un altro articolo si analizza la percentuale di paesi del mondo dove è legale cambiare sesso, in un altro viene chiesto a dei bambini di diversi paesi e culture di descrivere la condizione di essere femmina o maschio, e ancora un artico analizza gli apprezzamenti relativi all’aspetto fisico e alle capacità dei personaggi femminili nei dialoghi dei cartoni della Disney e su come questi siano mutati negli anni, e molti altri articoli ancora.
    Ma leggere il reportage prima di commentare no eh?

  3. Il discorso non cambia, perché alla fine dei conti quel che passa è il diffondersi della “cultura gender” per i bambini, l’iniziare a far suonare familiare l’idea che anche da bambini si è liberi dello scegliere di che sesso essere.

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Diego Fusaro