Recentemente anche l’attrice Paola Cortellesi ha affermato a chiare lettere che sarebbe opportuno introdurre nelle scuole l’educazione sentimentale obbligatoria. Non è una tesi nuova, giacché circola ormai da tempo e riaffiora periodicamente con cadenza regolare. Chiaro come il sole è che con l’introduzione dell’”educazione sentimentale” nelle scuole gli araldi dell’arcobaleno aspirano a indottrinare le giovani teste con il nuovo ordine erotico genderizzato e turbocapitalistico, basato sulla ostracizzazione della famiglia, liquidata come figura indissociabile dal patriarcato, e basato altresì sul consumismo erotico per atomi pansessualisti unisex. L’educazione sentimentale, così come la intendono gli araldi del pensiero unico arcobaleno di completamento della deregolamentazione turbocapitalistica, finisce per essere l’ennesimo indottrinamento funzionale alla riproduzione dell’ordine dominante: ordine dominante che produce a propria immagine e somiglianza un nuovo ordine erotico postfamiliare e votato unicamente al godimento per solitudini desocializzate. Uno dei punti saldi del nuovo ordine erotico riguarda oltretutto la colpevolizzazione permanente del maschio, ridotto a femminicida in pectore. Non deve sfuggire come la colpevolizzazione apriorica di un’intera categoria, basata sul genere o sul colore della pelle, sia sempre una forma inaccettabile di razzismo. Oltretutto serve alla narrazione neoliberale per orizzontalizzare il conflitto, spostando la lotta di classe verticale in basso e ridisponendola come lotta all’interno della medesima classe tra maschi e femmine. Bisogna avere oggi l’onestà di ribadire l’ovvio (anche l’ovvio vuole la sua parte): il conflitto è tra sfruttati e sfruttatori, maschi o femmine che siano.

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