Libri di Diego Fusaro

Nei giorni scorsi, secondo quanto diffuso da “Il Fatto Quotidiano”, Vladimir Putin, presidente della federazione Russa, ha fatto sapere che la pace si può conquistare facilmente: basta che l’occidente americanocentrico si impegni in forma scritta a non espandersi mai più verso l’oriente, cioè nei territori limitrofi rispetto alla Russia stessa. Putin chiede inoltre, più che ragionevolmente, che l’Ucraina resti uno stato neutro, senza trasformarsi in un avamposto della NATO con tanto di basi missilistiche rivolte verso la vicina russa. Sembra una proposta ragionevolissima che, se accettata, potrebbe portare celermente alla fine dell’orrendo conflitto ucraino, che va producendo già da anni infiniti lutti sul fronte russo e, soprattutto, su quello ucraino. Non dimentichiamo, del resto, che il presente conflitto è scoppiato proprio per questo motivo, contrariamente a quel che viene raccontato dal regno della propaganda occidentale: è scoppiato in ragione del fatto che la Nato e l’uccidente e sono espansi irragionevolmente negli spazi un tempo di pertinenza dell’Unione Sovietica, con il mal celato obiettivo di normalizzare la Russia e di renderla una semplice propaggine della civiltà a stelle e strisce. La Russia ha reagito per difendere il proprio territorio dalla minaccia occidentale, questa e non altra è la vera ragione del conflitto, con buona pace dei menestrelli dell’ordine discorsivo dominante e della loro opera incessante di manipolazione e di propaganda. Dove sarebbe, dunque, la minaccia della Russia per l’Europa? Perché gli europei continuano stoltamente a ripetere che la Russia vuole invadere l’Europa, quando essa semplicemente si sta adoperando per non essere invasa dalle politiche imperialistiche e dalla libido dominandi dell’Occidente, anzi dell’uccidente liberal-atlantista? È diventato un insopportabile cliché, quello secondo cui Putin sarebbe un pazzo senza testa e senza cuore, un cliché penoso oltretutto perché rappresenta l’ennesima fuga dai perimetri della razionalità, mediante la ricerca di spiegazioni psicologiche se non psichiatriche per gli eventi storici, ciò che equivale poi a rinunciare alla dialettica della razionalità storica. Ebbene, se proprio vogliamo a tutti i costi trovare dei pazzi nella situazione (ma sconsigliamo comunque questa via ermeneutica), non è a Mosca che dobbiamo cercare. Sembra molto più plausibile, in effetti, trovarne a Bruxelles o a Washington: a Bruxelles, dacché gli euroinomani e gli sfasciacarrozze che attualmente governano il tempio vuoto dell’Unione Europea sembrano follemente inseguire il sogno o, meglio, l’incubo del riarmo e del conflitto incondizionato; a Washington, giacché la civiltà dell’hamburger, anche sotto Trump, sembra ormai in fase di declino e in balia della più profonda irrazionalità, come tra l’altro si sta esprimendo nelle manicomiali politiche dei dazi e nel mutare ogni giorno opinione sulla Russia stessa.