di Salvatore Petrotto –
Centrodestra e Centrosinistra, come è noto, non sono delle categorie dello spirito ma, più semplicemente, il solito preistorico pretesto per ingannare uno o più popoli.
Il caso Sicilia, in questi confusi e convulsi frangenti preelettorali, dopo 5 anni di sciagure economiche, umane e sociali provocate dal ‘disaster president’, Rosario Crocetta, è l’ennesimo banco di prova di quanto sia davvero stancante il nostro autoctono ‘gioco della parti’.
Come al solito ‘si recita a soggetto’, tanto è vero che, ‘ciascuno a suo modo’ , sembra riuscire a farsi un’idea della situazione politica siciliana e nazionale, apparentemente originale, mentre tutto quanto rimane nel vago…
Come dire: ‘Così è se vi pare’.
Cosa si può pretendere di più da un’Isola la cui vocazione pirandelliana altro non è se non il lievito madre di ogni contraddizione?
Non è un caso che Leoluca Orlando, in nome e per conto del vasto fronte, più o meno sinistrorso, che lo ha sostenuto alle elezioni comunali, assieme agli amici del ministro Angelino Alfano ed a numerosissimi ex cuffariani, 14 dei quali fanno parte della sua maggioranza in consiglio comunale, appena rieletto sindaco di Palermo, ha lanciato la candidatura del presidente del Senato, Pietro Grasso, a presidente della Regione. L’ex magistrato palermitano che, per la cronaca è nato a Licata, nell’Agrigentino, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, ossia il primo gennaio del 1945, piace anche a Gianfranco Micciché che ha dichiarato, pubblicamente, di essere disposto anche lui a sostenerlo. Il leader storico di Forza Italia in Sicilia, con un passato da extra parlamentare di Lotta Continua, diventato poi dirigente di Pubblitalia di Silvio Berlusconi, grazie a Marcello Dell’Utri, non ha saputo resistere al canto delle sirene. Ma in favore di Pietro Grasso, non sappiamo per quali grandi meriti, se politico-giudiziari e/o di governo, hanno riposto in tanti, dalle opposte ma ‘fraterne contrade’ .
Ed ancora oggi per Grasso for President ‘s’ode a destra una squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo… ’.
La verità è che hanno tutti quanti una paura matta e nessuno si vuole giustamente rassegnare all’idea che il successore del perito chimico di Gela, Rosario Crocetta debba essere il geometra e magazziniere nisseno, dei 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri.
Come dargli torto?
Ed allora che si fa?
Tutti a lavoro!
Intanto bisogna superare l’inghippo di Nello Musumeci che ancora ci tiene a ricandidarsi ed a sfidare nuovamente il grillino Giancarlo Cancelleri, così come è avvenuto 5 anni fa, anche se rischia ancora una volta di rimanere isolato, dopo l’endorsement di Miccichè nei confronti dell’ex magistrato Pietro Grasso.
Si tratta evidentemente di un déjà vu, di storia già vissuta.
Alle elezioni regionali del 2012 fu proprio il palermitano Micciché, candidandosi personalmente, a spaccare il Centrodestra siciliano ed a far perdere il catanese Musumeci. I soliti maligni dicono anche che, sempre il Micciché, era d’accordo, sottobanco, con Giuseppe Lumia, ex presidente della Commissione Antimafia e fondatore dell’ormai defunto Megafono; il tutto per far vincere Crocetta.
Eppure Musumeci ancora si muove, anche se l’hashtag del movimento che lo sostiene, #Diventeràbellissima, ancora in circolazione, sembra un po’ sbiadito.
Ma fin qui, al di là di tutte quante le altre opzioni politiche di sinistra e/o autonomiste ed indipendentiste, nessuno ha ancora avanzato, in termini espliciti, quella che potrebbe essere un’idea geniale, per uscire fuori dell’empasse che attanaglia in Sicilia Sinistra, Destra e Centro.
Potrebbe essere, questa si, la sorpresa delle sorprese, in un momento di Renzusconesimo imperante.
In caso di elezioni anticipate, anche di qualche settimana, il riconfermato sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si potrebbe candidare ‘di persona personalmente’, evitando di mandare in avanscoperta ieri il già procuratore nazionale antimafia,Pietro Grasso, ed in questi giorni Caterina Chinnici, europarlamentare del PD ed anch’essa magistrata.
Perché sia a Destra che a Sinistra hanno la ‘fissa’ dei magistrati al potere? Vai a capirlo! La Chinnici già assessore regionale del Governo Lombardo, è la figlia di uno dei nostri più cari eroi-martiri, di Rocco Chinnici, il procuratore assassinato, non si sa se solo dalla mafia e/o da altri soggetti, come si suole dire in questi casi, appartenenti ai poteri deviati dello Stato.
Non sappiamo comunque se sia Grasso che la Chinnici sono soltanto dei candidati-civetta.
Una cosa è certa, e cioè che la Corte dei Conti, che in Sicilia ha una sua sezione distaccata ed autonoma, chissà perché, proprio in questi mesi, ha diramato una nota ufficiale in cui si legge che non ci vede chiaro nel bilancio della Regione e che potrebbe, per la prima volta nella storia della Regione Siciliana, sollevare dei problemi di decadenza dell’Assemblea Regionale e del presidente Rosario Crocetta. Un eventuale provvedimento dei Giudici Contabili Siciliani ci porterebbe dritto dritto alle elezioni anticipate; solo in tal caso infatti Leoluca Orlando potrebbe candidarsi a presidente della Regione, senza la necessità di dimettersi da sindaco.
Qualcosa del genere peraltro è successo 5 anni fa, allorquando Fabrizio Ferrandelli vinse le primarie del Centrosinistra, per la candidatura a sindaco di Palermo, contro Rita Borsellino. A quel punto, come in molti ricorderanno, Orlando fece saltare il tavolo dell’intera coalizione e si candidò contro Ferrandelli. Giova ricordare che il Ferrandelli, poi passato col PD e quest’anno sostenuto da Forza Italia, sempre contro Leoluca Orlando, era stato fino a qualche mese prima delle elezioni comunali di Palermo del 2012, il capogruppo al consiglio comunale di Palermo di Italia dei Valori; quando, sempre Orlando, era il ‘padre padrone’ in Sicilia del movimento politico di Antonio Di Pietro.
E’ inutile qui ricordare che a pagarne le spese, ed a caro prezzo, di questi improvvidi esperimenti politici, schierandosi apertamente contro Orlando è stato, sia nel 2012 che nel 2017, proprio il povero Ferrandelli; e non ci riferiamo solo alla sua debacle politica. Pensate che nel 2015 si era pure dimesso da deputato regionale in aperta polemica con tutti quanti i suoi colleghi parlamentari. Ma ciò che più ci colpiscono sono le sue recenti disavventure giudiziarie, occorsegli stranamente, nel bel mezzo della campagna elettorale contro Orlando. Ci riferiamo all’indagine a suo carico, per voto di scambio politico-mafioso, condotta dalla Procura palermitana.
Non so se vi è chiaro ciò che sta succedendo all’interno dell’indistinto magma politico siciliano.
La Sicilia come metafora dell’Italia, direbbe il mio più illustre concittadino, lo scrittore Leonardo Sciascia.
I giochi di potere, così come i giocatori in campo, sono esattamente gli stessi di 5 anni fa. Il presidente della Regione uscente, Rosario Crocetta minaccia di ricandidarsi. Ovviamente la sua minaccia non fa paura a nessuno, visto che è stato tranquillamente scaricato dai suoi ed è inviso all’intero popolo siciliano, nessuno escluso, se si eccettua qualche decina di suoi stretti collaboratori ed accoliti che lo abbandoneranno anche loro, per salire sul carro del prossimo vincitore. Gli altri due candidati, sono anche loro esattamente gli stessi di 5 anni fa.
Uno è Nello Musumeci, uomo di Destra, oggi espressione di quello che, anche a Sinistra, amano definire civismo; si tratta grosso modo dello stesso civismo che sposò Gianfranco Micciché per impallinarlo alle precedenti elezioni regionali.
Nel frattempo, riavvicinatosi a Berlusconi, a parti invertite, sempre il Miccichè, ha recuperato il pallino del Centrodestra siciliano, per far nuovamente fuori il recidivo Musumeci.
Quando si dice che la tragedia, in questo caso la tragedia politica, se si ripete, diventa una farsa!
Anche i 5 Stelle ci stanno stupendo, l’unica loro novità è che, per quanto li riguarda, non ci sono novità!
Non riescono ad esprimere niente di meglio che la stessa candidatura di 5 anni fa; si tratta dello stesso Cancelleri, riproposto grazie alla democrazia del clic, da qualche migliaio di voti cioè, e niente di più, espressi dagli adepti pentastellati della piattaforma web denominata Rousseau, di proprietà della ditta Casaleggio Associati.
Con tanto di consacrazione ufficiale del comico genovese, Beppe Grillo, e relativo fistino palermitano, i Grillini siciliani, il 9 luglio, hanno comunicato urbi et orbi, di puntare nuovamente su chi è già stato sconfitto 5 anni fa al grido di: ritenta e sarai più fortunato!
A questo punto a noi Siciliani non ci resta che piangere o ridere se preferite.
Seguiremo gli ulteriori sviluppi anche se, momentaneamente siamo costretti a goderci le stesse tarantelle politiche di 5 anni fa di chi ci ricorda che, anche per quest’estate, è meglio non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare!
Il caso Sicilia, in questi confusi e convulsi frangenti preelettorali, dopo 5 anni di sciagure economiche, umane e sociali provocate dal ‘disaster president’, Rosario Crocetta, è l’ennesimo banco di prova di quanto sia davvero stancante il nostro autoctono ‘gioco della parti’.
Come al solito ‘si recita a soggetto’, tanto è vero che, ‘ciascuno a suo modo’ , sembra riuscire a farsi un’idea della situazione politica siciliana e nazionale, apparentemente originale, mentre tutto quanto rimane nel vago…
Come dire: ‘Così è se vi pare’.
Cosa si può pretendere di più da un’Isola la cui vocazione pirandelliana altro non è se non il lievito madre di ogni contraddizione?
Non è un caso che Leoluca Orlando, in nome e per conto del vasto fronte, più o meno sinistrorso, che lo ha sostenuto alle elezioni comunali, assieme agli amici del ministro Angelino Alfano ed a numerosissimi ex cuffariani, 14 dei quali fanno parte della sua maggioranza in consiglio comunale, appena rieletto sindaco di Palermo, ha lanciato la candidatura del presidente del Senato, Pietro Grasso, a presidente della Regione. L’ex magistrato palermitano che, per la cronaca è nato a Licata, nell’Agrigentino, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, ossia il primo gennaio del 1945, piace anche a Gianfranco Micciché che ha dichiarato, pubblicamente, di essere disposto anche lui a sostenerlo. Il leader storico di Forza Italia in Sicilia, con un passato da extra parlamentare di Lotta Continua, diventato poi dirigente di Pubblitalia di Silvio Berlusconi, grazie a Marcello Dell’Utri, non ha saputo resistere al canto delle sirene. Ma in favore di Pietro Grasso, non sappiamo per quali grandi meriti, se politico-giudiziari e/o di governo, hanno riposto in tanti, dalle opposte ma ‘fraterne contrade’ .
Ed ancora oggi per Grasso for President ‘s’ode a destra una squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo… ’.
La verità è che hanno tutti quanti una paura matta e nessuno si vuole giustamente rassegnare all’idea che il successore del perito chimico di Gela, Rosario Crocetta debba essere il geometra e magazziniere nisseno, dei 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri.
Come dargli torto?
Ed allora che si fa?
Tutti a lavoro!
Intanto bisogna superare l’inghippo di Nello Musumeci che ancora ci tiene a ricandidarsi ed a sfidare nuovamente il grillino Giancarlo Cancelleri, così come è avvenuto 5 anni fa, anche se rischia ancora una volta di rimanere isolato, dopo l’endorsement di Miccichè nei confronti dell’ex magistrato Pietro Grasso.
Si tratta evidentemente di un déjà vu, di storia già vissuta.
Alle elezioni regionali del 2012 fu proprio il palermitano Micciché, candidandosi personalmente, a spaccare il Centrodestra siciliano ed a far perdere il catanese Musumeci. I soliti maligni dicono anche che, sempre il Micciché, era d’accordo, sottobanco, con Giuseppe Lumia, ex presidente della Commissione Antimafia e fondatore dell’ormai defunto Megafono; il tutto per far vincere Crocetta.
Eppure Musumeci ancora si muove, anche se l’hashtag del movimento che lo sostiene, #Diventeràbellissima, ancora in circolazione, sembra un po’ sbiadito.
Ma fin qui, al di là di tutte quante le altre opzioni politiche di sinistra e/o autonomiste ed indipendentiste, nessuno ha ancora avanzato, in termini espliciti, quella che potrebbe essere un’idea geniale, per uscire fuori dell’empasse che attanaglia in Sicilia Sinistra, Destra e Centro.
Potrebbe essere, questa si, la sorpresa delle sorprese, in un momento di Renzusconesimo imperante.
In caso di elezioni anticipate, anche di qualche settimana, il riconfermato sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si potrebbe candidare ‘di persona personalmente’, evitando di mandare in avanscoperta ieri il già procuratore nazionale antimafia,Pietro Grasso, ed in questi giorni Caterina Chinnici, europarlamentare del PD ed anch’essa magistrata.
Perché sia a Destra che a Sinistra hanno la ‘fissa’ dei magistrati al potere? Vai a capirlo! La Chinnici già assessore regionale del Governo Lombardo, è la figlia di uno dei nostri più cari eroi-martiri, di Rocco Chinnici, il procuratore assassinato, non si sa se solo dalla mafia e/o da altri soggetti, come si suole dire in questi casi, appartenenti ai poteri deviati dello Stato.
Non sappiamo comunque se sia Grasso che la Chinnici sono soltanto dei candidati-civetta.
Una cosa è certa, e cioè che la Corte dei Conti, che in Sicilia ha una sua sezione distaccata ed autonoma, chissà perché, proprio in questi mesi, ha diramato una nota ufficiale in cui si legge che non ci vede chiaro nel bilancio della Regione e che potrebbe, per la prima volta nella storia della Regione Siciliana, sollevare dei problemi di decadenza dell’Assemblea Regionale e del presidente Rosario Crocetta. Un eventuale provvedimento dei Giudici Contabili Siciliani ci porterebbe dritto dritto alle elezioni anticipate; solo in tal caso infatti Leoluca Orlando potrebbe candidarsi a presidente della Regione, senza la necessità di dimettersi da sindaco.
Qualcosa del genere peraltro è successo 5 anni fa, allorquando Fabrizio Ferrandelli vinse le primarie del Centrosinistra, per la candidatura a sindaco di Palermo, contro Rita Borsellino. A quel punto, come in molti ricorderanno, Orlando fece saltare il tavolo dell’intera coalizione e si candidò contro Ferrandelli. Giova ricordare che il Ferrandelli, poi passato col PD e quest’anno sostenuto da Forza Italia, sempre contro Leoluca Orlando, era stato fino a qualche mese prima delle elezioni comunali di Palermo del 2012, il capogruppo al consiglio comunale di Palermo di Italia dei Valori; quando, sempre Orlando, era il ‘padre padrone’ in Sicilia del movimento politico di Antonio Di Pietro.
E’ inutile qui ricordare che a pagarne le spese, ed a caro prezzo, di questi improvvidi esperimenti politici, schierandosi apertamente contro Orlando è stato, sia nel 2012 che nel 2017, proprio il povero Ferrandelli; e non ci riferiamo solo alla sua debacle politica. Pensate che nel 2015 si era pure dimesso da deputato regionale in aperta polemica con tutti quanti i suoi colleghi parlamentari. Ma ciò che più ci colpiscono sono le sue recenti disavventure giudiziarie, occorsegli stranamente, nel bel mezzo della campagna elettorale contro Orlando. Ci riferiamo all’indagine a suo carico, per voto di scambio politico-mafioso, condotta dalla Procura palermitana.
Non so se vi è chiaro ciò che sta succedendo all’interno dell’indistinto magma politico siciliano.
La Sicilia come metafora dell’Italia, direbbe il mio più illustre concittadino, lo scrittore Leonardo Sciascia.
I giochi di potere, così come i giocatori in campo, sono esattamente gli stessi di 5 anni fa. Il presidente della Regione uscente, Rosario Crocetta minaccia di ricandidarsi. Ovviamente la sua minaccia non fa paura a nessuno, visto che è stato tranquillamente scaricato dai suoi ed è inviso all’intero popolo siciliano, nessuno escluso, se si eccettua qualche decina di suoi stretti collaboratori ed accoliti che lo abbandoneranno anche loro, per salire sul carro del prossimo vincitore. Gli altri due candidati, sono anche loro esattamente gli stessi di 5 anni fa.
Uno è Nello Musumeci, uomo di Destra, oggi espressione di quello che, anche a Sinistra, amano definire civismo; si tratta grosso modo dello stesso civismo che sposò Gianfranco Micciché per impallinarlo alle precedenti elezioni regionali.
Nel frattempo, riavvicinatosi a Berlusconi, a parti invertite, sempre il Miccichè, ha recuperato il pallino del Centrodestra siciliano, per far nuovamente fuori il recidivo Musumeci.
Quando si dice che la tragedia, in questo caso la tragedia politica, se si ripete, diventa una farsa!
Anche i 5 Stelle ci stanno stupendo, l’unica loro novità è che, per quanto li riguarda, non ci sono novità!
Non riescono ad esprimere niente di meglio che la stessa candidatura di 5 anni fa; si tratta dello stesso Cancelleri, riproposto grazie alla democrazia del clic, da qualche migliaio di voti cioè, e niente di più, espressi dagli adepti pentastellati della piattaforma web denominata Rousseau, di proprietà della ditta Casaleggio Associati.
Con tanto di consacrazione ufficiale del comico genovese, Beppe Grillo, e relativo fistino palermitano, i Grillini siciliani, il 9 luglio, hanno comunicato urbi et orbi, di puntare nuovamente su chi è già stato sconfitto 5 anni fa al grido di: ritenta e sarai più fortunato!
A questo punto a noi Siciliani non ci resta che piangere o ridere se preferite.
Seguiremo gli ulteriori sviluppi anche se, momentaneamente siamo costretti a goderci le stesse tarantelle politiche di 5 anni fa di chi ci ricorda che, anche per quest’estate, è meglio non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare!
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