Prevale la strategia della tensione amica del potere. E le masse precarizzate, anziché unirsi contro l’alto, si dividono in orizzontale tra antifascisti e anticomunisti. Intanto il capitale finanziario trionfa indisturbato.


Citazioni

"Dal momento che ora desideravo occuparmi soltanto della ricerca della verità, pensai che dovevo fare proprio il contrario e rigettare come assolutamente falso tutto ciò in cui potevo immaginare il minimo dubbio, e questo per vedere se non sarebbe rimasto, dopo, qualcosa tra le mie convinzioni che fosse interamente indubitabile". (R. Descartes, "Discorso sul metodo")



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Di admin

5 pensiero su “È tornata la strategia della tensione!”
  1. L’ANTIFASCISMO ETERNO E INCAPACITÀ DI SINTESI

    In una realtà in cui il neoliberismo svolge un ruolo asfissiante, onnipervasivo e totalitario è del tutto dissociante e decontestualizante incoraggiare ed istigare all’antifa/antico, almeno che non si faccia il gioco proprio di questo padrone. La lotta non può essere orizzontale ma verticale, verso l’alto.

    Possiamo parlare di comunismo e di fascismo dando grande dignità o discredito a tutti, condividendo o meno le idee, ma rimane l’immensa distanza culturale e politica tra questi idioti di oggi, gli antifascisti che non hanno fatto la resistenza e che non conoscono il fascismo, e quelli di altri tempi.

    Gli antifascisti di oggi forse non farebbero parlare PierPaolo Pasolini e neanche Palmiro Togliatti, al quale, fermo restando tutte le critiche possibili,  va dato il merito di aver capito una cosa che questi utili idioti della sinistra fuxia, al caviale e fanatica del meticciato, non capiranno mai.

    1)Appello dei fratelli in camicia nera del 1936

    […] La causa dei nostri mali e delle nostre miserie è nel fatto che l’Italia è dominata da un pugno di grandi capitalisti, parassiti del lavoro della Nazione, i quali non indietreggiano di fronte all’affamamento del popolo, pur di assicurarsi sempre più alti guadagni, e spingono il paese alla guerra, per estendere il campo delle loro speculazioni ed aumentare i loro profitti. Questo pugno di grandi capitalisti parassiti hanno fatto affari d’oro con la guerra abissina; ma adesso cacciano gli operai dalle fabbriche, vogliono far pagare al popolo italiano le spese della guerra e della colonizzazione, e minacciano di trascinarci in una guerra più grande. Solo la unione fraterna del popolo italiano, raggiunta attraverso alla riconciliazione tra fascisti e non fascisti, potrà abbattere la potenza dei pescicani nel nostro paese e potrà strappare le promesse che per molti anni sono state fatte alle masse popolari e che non sono state mantenute. (…) I comunisti fanno proprio il programma fascista del 1919, che è un programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei lavoratori […]

    FASCISTI DELLA VECCHIA GUARDIA! GIOVANI FASCISTI!

    Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere assieme a voi. LAVORATORE FASCISTA, noi ti diamo la mano perché con te vogliamo costruire l’Italia del lavoro e della pace, e ti diamo la mano perché noi siamo, come te, figli del popolo, siamo tuoi fratelli, abbiamo gli stessi interessi e gli stessi nemici, ti diamo la mano perché l’ora che viviamo è grave, e se non ci uniamo subito saremo trascinati tutti nella rovina […] ti diamo una mano perché vogliamo farla finita con la fame e con l’oppressione. È l’ora di prendere il manganello contro i capitalisti che ci hanno divisi, perché ci restituiscano quanto ci hanno tolto […]

    Il testo fu firmato da oltre sessanta dirigenti del PCdI, tra cui Palmiro Togliatti.

    2) L’amnistia Togliatti, “amnistia per i fascisti”, fu un provvedimento di condono delle pene proposto dall’allora Ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti, approvato dal governo italiano, promulgata con decreto presidenziale 22 giugno 1946, n.4.

    L’amnistia comprendeva i reati comuni e politici, compresi quelli di collaborazionismo con il nemico e reati annessi ivi compreso il concorso in omicidio, pene allora punibili fino ad un massimo di cinque anni, i reati commessi al Sud dopo l’8 settembre 1943 e l’inizio dell’occupazione militare Alleata al Centro e al Nord ed aveva efficacia per i reati commessi a tutto il giorno 18 giugno 1946. 

    Lo scopo era la pacificazione nazionale dopo gli anni della guerra civile, nell’interesse comune.

    3) Così, nell’agosto 1947, Palmiro Togliatti, sul quotidiano comunista “La Repubblica d’Italia” scriveva: «Non nascondiamo le nostre simpatie per quegli ex fascisti, giovani o adulti, che sotto il passato regime appartenevano a quella corrente in cui si sentiva l’ansia per la scoperta di nuovi orizzonti sociali… Noi riconosciamo agli ex fascisti di sinistra il diritto di riunirsi e di esprimersi liberamente conservando la propria autonomia».

    4) “Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda”. Un’arma di distrazione di massa, scriveva Pier Paolo Pasolini nel 1973 in una lettera ad Alberto Moravia.

    Da come sono andate le cose, forse, come scrisse Enrico Landolfi, la guerra è  stata persa sì  da quelli con la camicia nera… ma anche da quelli con il fazzoletto rosso appena subito dopo. Malgrado tutto, come descritto dal prof Costanzo Preve, i rossi e i neri, o presunti tali, seguitano a beccarsi come i due capponi di Renzo Tramaglino dei Promessi sposi,  ignari del loro contesto e funzionali al padrone che li tiene per le zampe a testa in giù.

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Diego Fusaro