Socrate

Tra i tanti insegnamenti che traiamo dall’Odissea vi è anche quello della giusta ospitalità: la quale presuppone la disponibilità ad accogliere e, insieme, la disponibilità a farsi accogliere. La nostra apertura all’altro deve procedere di conserva con l’apertura dell’altro a noi. È quel che mostra magnificamente l’episodio di Ulisse e Nausicaa: il naufrago del multiforme ingegno viene accolto dai Feaci, che lo ospitano e lo integrano presso il loro sontuoso palazzo, ed egli stesso, con la propria identità e con la propria storia, rispetta la cultura e le usanze del popolo che lo accoglie. I Feaci non chiedono a Ulisse di abbandonare la propria storia e la propria identità, ma è lui stesso ad adattarsi sapientemente alle norme e alle usanze del popolo che generosamente lo accoglie. L’episodio del ciclope rappresenta invece l’incapacità di accogliere l’altro, portando alla cecità il ferino gigante che non è in grado di aprirsi all’alterità e, dunque, di vedere la realtà del mondo come pluralità caleidoscopica di identità e differenze: Polifemo viola la legge della xenia, giacché divora i compagni di Ulisse anziché ospitarli generosamente e paga duramente la propria chiusura carapacica in se stesso. Infine, l’episodio dei Proci rappresenta l’incapacità dello straniero di integrarsi presso chi lo accoglie: i Proci vogliono imporre sfrontatamente i loro modi e usano violenza al palazzo di Itaca e ai suoi generosi ospitanti. Non rispettano le usanze di chi li accoglie, ma vogliono imporre superbamente le proprie: sovvertono le leggi del palazzo di Itaca, insidiano le ancelle e la stessa Penelope, moglie del signore assente. Per questo, rientrato faticosamente in patria, Ulisse non risparmia alcuno dei Proci: la loro turpe violazione della legge dell’ospitalità deve essere punita nel modo più severo e senza alcuna pietà. Il fabula docet, come si diceva, sta nel fatto che autentica ospitalità può esservi solo ove l’ospitante accolga l’altro, trattandolo nel modo più dignitoso, e, insieme, l’altro si lasci accogliere integrandosi presso chi lo ospita. Un insegnamento prezioso per la nostra epoca, che sembra aver smarrito il senso dell’ospitalità producendo continuamente scene analoghe a quella del ciclope e a quella dei Proci.

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