GUIDO TERRENA

 

 

 

 

Il carmelitano Guido Terrena (Guido Terreni, morto nel 1342) fu autore di diversi scritti: tra cui vari commenti ad Aristotele (alla Fisica, al De anima, alla Metafisica, all’Etica, alla Politica), di un Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo e di Quaestiones disputatae. Egli nega l’esistenza di una “natura comune” e lo fa prendendo le mosse da un testo di Giovanni Damasceno (il De fide orthodoxa, I. 8): i singoli soggetti empirici Socrate e Aristotele non soltanto hanno ciascuno le proprie differenze individuanti, ma pure la propria specifica umanità. Guido Terrans i trova dunque d’accordo, in questo, con Enrico di Harclay e con la sua tesi per cui “Socrates et Plato distinguuntur per humanitatem in re sicut per socrateitatem et platonitatem”. Guido Terrena estende questa tesi pure ai “generi”: “animal” non è una cosa in quanto attribuito a un asino e un’altra cosa in quanto attribuito a un uomo; e non lo è per un motivo semplicissimo: in un caso, la cosa predicata è un asino, mentre nell’altro caso è un uomo. In una simile teoria – affine, per molti versi, a quella di Ockham – proposizioni del tipo “Socrate è un uomo”, “Socrate è un animale”, “Socrate è sostanza”, e così via, vogliono banalmente dire che “Socrate è Socrate”.  Tuttavia, Guido si distingue da Ockham su un punto decisivo: ciò che nel reale corrisponde agli universali è una certa somiglianza tra sostanze che, proprio perché reali, sono però distinte individualmente le une dalle altre; tale somiglianza non è una cosa, ma una “relatio realis” che si basa sulla natura stessa delle cose. Guido Terrena incentra la sua concezione del genere su una sorta di conformità delle sensazioni. Richiamandosi al De anima di Temistio, egli sostiene che un uomo e un asino sono due sostanze senzienti e che in questo risiede la loro somiglianza. Predicare il genere della specie per Guido Terrena non vuol dire predicare il più generale del meno generale, ma il particolare inteso più confusamente dello stesso particolare inteso meno confusamente. In questa ottica, la scienza del genere viene a fondarsi sul singolare: “scientia est de re eadem cum singulari, sub conceptu tamen confuso et universali”. Significativamente, la posizione filosofica di Guido Terrena è stata anche qualificata come una specie di “semi-nominalismo”.       

 


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