LAMBERTO DI AUXERRE

 

A cura di Eleonora Buonocore

 



La biografia di Lamberto d’Auxerre, conosciuto anche come Lamberto di Lagny, è ancora in gran parte ignota: di lui sappiamo soltanto che divenne frate domenicano ad Auxerre ed insegnò a Parigi, dove intorno al 1250 fu Maestro delle Arti insieme a Guglielmo di Sherwood. La sua opera più importante è una Summa di logica, scritta probabilmente nei primi decenni del XIII secolo, che rappresenta insieme ai trattati dello stesso Guglielmo di Sherwood e di Pietro Ispano uno dei manuali più importanti della tradizione parigina (continentale) della nuova logica terministica o logica modernorum. La tradizione parigina della logica si distingueva da quella inglese (o meglio di Oxford) soprattutto per quanto riguarda la teoria della referenza: Lamberto, come gli altri maestri parigini, poneva l’accento sulla suppositio, cioè quella proprietà interna ai termini che si modifica ogni volta che un termine è usato all’interno di una proposizione, e sosteneva l’esistenza di una distinzione fra supposizione naturale (tutti gli individui a cui naturalmente il termine si riferirebbe) e supposizione accidentale (gli individui a cui il termine si riferisce una volta che è soggetto di una proposizione, sotto la restrizione del tempo di un verbo). Lamberto d’Auxerre si distingue inoltre perché, come Ruggero Bacone a Oxford, si interessa degli impieghi auto-referenziali di un termine all’interno della supposizione semplice, anticipando alcuni sviluppi della logica successiva ed in particolare del pensiero di Ockham.

 


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