György Lukācs

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IL MARXISMO: COSCIENZA, DIALETTICA, TOTALITA'

Fra L'anima e le forme e Storia e coscienza di classe non intercorre soltanto un lungo periodo di tempo (dieci anni circa), ma le due opere sono divise da un avvenimento fondamentale: l'adesione di Lukācs al marxismo . Tuttavia fra esse v'č un filo di continuitā, perché nella seconda ritornano pių o meno esplicitamente alcuni motivi del saggio precedente (soprattutto l'opposizione fra scienza della natura e conoscenza della storia). La prima caratteristica di Storia e coscienza di classe č il contenuto filosofico. Differenziandosi dagli interessi prevalentemente economico-politici degli esponenti della Seconda Internazionale, Lukācs intende ripensare il marxismo come (anche) filosofia. Nel caratterizzare poi la filosofia del marxismo, il pensatore ungherese rompe con le simpatie positivistiche o magari kantiane del marxismo secondinternazionalistico, e rivendica con grande vigore la necessitā di un ritorno a Hegel . Egli sottolinea infatti l'importanza decisiva della dialettica per il marxismo (" Studi sulla dialettica marxista " č, non a caso, il sottotitolo del suo libro). Precisa perō, in polemica con le concezioni di Engels, che il metodo dialettico deve essere limitato alla realtā sociale, e non esteso alla natura. In sede pių specifica, Lukācs pone al centro del proprio lavoro un concetto di origine hegeliano-feuerbachiana, che era stato ampiamente sviluppato da Marx nelle sue opere: l' alienazione , o reificazione. La societā capitalistica č una societā rovesciata o, appunto, "alienata" (il capitale č prodotto dal lavoro, ma domina il lavoro: ciō che č primo diventa secondo e viceversa); essa č una societā "deificata", perché i rapporti fra gli uomini non vi sono sostituiti e regolati dagli uomini stessi, bensė si realizzano indipendentemente da essi, e spesso contro di essi: cioč si realizzano attraverso lo scambio delle merci sul mercato, ovvero attraverso un movimento di cose, dotato di leggi proprie, che gli individui non controllano, bensė solo subiscono. Una societā siffatta non puō semplicemente essere conosciuta in modo oggettivo e 'scientifico', né puō essere solo parzialmente modificata con riforme o ritocchi: deve essere invece rivoluzionata. Come si vede, č la stessa impostazione teorica di Lukācs a fare di lui un fiero avversario di qualunque forma di socialismo riformista. La polemica contro la conoscenza 'scientifica' applicata alla realtā sociale č una caratteristica essenziale di Storia e coscienza di classe . Le scienze - dice Lukācs (che ha in mente soprattutto il sapere positivistica) - assumono i fatti come si presentano immediatamente, nella loro forma oggettiva, come premessa della formazione scientifica del concetto; ma in questo modo esse accolgono acriticamente la realtā empirica, quale č stata configurata dalla societā capitalistica. E' la societā capitalistica, infatti, che ha prodotto quei fatti con quelle caratteristiche e secondo quella forma. Inoltre, il metodo delle scienze empiriche č "astraente" e "parcellizzante", cioč ritaglia singoli fenomeni e aspetti della realtā e li esamina indipendentemente da tutti gli altri. Ne deriva una conoscenza atomistica, statica (e per questo mistificante) dei fenomeni reali. Infine si tratta di una conoscenza che " trascura il carattere storico dei fatti che si trovano alla sua base ", universalizzandoli sotto forme di essenze invarianti e assolute. A tale conoscenza Lukācs contrappone il metodo dialettico di Hegel e di Marx, fondato sul principio del contrasto tra l' "apparenza" immediata dei fenomeni e la loro "essenza" profonda (rispetto al quale contrasto occorre " liberare i fenomeni da questa forma immediata di datitā e trovare le mediazioni mediante le quali essi possono essere riferiti al loro nucleo, alla loro essenza ") e sulle categorie di connessione e di totalitā, di processo e di storicitā. Molto importante, in questo contesto, č poi la vigorosa sottolineatura di Lukācs (anch'essa di matrice hegeliana e, ancor pių, marxiana) dell'esistenza oggettiva e irriducibile, della " contraddizione " nel tessuto della realtā sociale. Di essa occorre tener conto, senza pretendere di dissolverla a livello meramente concettuale. Proprio questo, invece, č l'atteggiamento proprio sia della scienza ispirata da princėpi di tipo naturalistico, sia di quella ispirata da principi idealistici: per entrambe le conoscenze che evidenziano contraddizioni debbono " essere sussunte, dopo aver subito opportune trasformazioni, all'interno di teorie pių generali dalle quali le contraddizioni sono definitivamente scomparse ". Secondo Lukācs, invece, una scienza sociale filosoficamente consapevole deve interpretare le contraddizioni in modo ben diverso. In Storia e coscienza di classe Lukācs tenta anche di utilizzare il concetto di alienazione per spiegare certi sviluppi del pensiero moderno. La distinzione fra soggetto e oggetto, fra io e mondo operata dalle filosofie empiristiche e materialistiche viene da lui assimilata alla separazione tra lavoro salariato e capitale : la prima distinzione sarebbe in qualche modo la proiezione ideologica della seconda. Il risultato di questa impostazione č che la filosofia critica di Kant, la quale separa le funzioni dell'intelletto, č interpretata da Lukācs come espressione dell'alienazione (cioč della scissione fra l'uomo e il mondo sociale da esso prodotto) che caratterizza il mondo moderno. Il filosofo borghese che tenta di superare il pensiero deificato č invece Hegel, che col suo idealismo oggettivo e dialettico sopprime la separazione fra soggetto e oggetto. Infine Marx ha portato fino in fondo la svolta iniziata da Hegel.

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