GIACOMO MARRAMAO

A cura di Fabio Funiciello

 

Biografia

Allievo di Eugenio Garin, Giacomo Marramao nel 1969 si laurea in Filosofia all'Università di Firenze. Dal 1971 al 1975 prosegue gli studi all'Università di Francoforte, lavorando soprattutto intorno ai diversi filoni del marxismo italiano ed europeo. Nel 1971 pubblica Marxismo e revisionismo in Italia, rintracciando in Gentile la chiave di volta filosofica del marxismo italiano. Dal 1976 al 1995 insegna "Filosofia della politica" e "Storia delle dottrine politiche" presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Nel 1979 esce il suo studio Il politico e le trasformazioni, mentre nel 1985 pubblica Potere e secolarizzazione. È stato uno dei principali riscopritori del pensiero di Carl Schmitt.

Muovendo dallo studio del marxismo italiano ed europeo (Marxismo e revisionismo in Italia, 1971; Austromarxismo e socialismo di sinistra fra le due guerre, 1977), ha analizzato le categorie politiche della modernità (Potere e secolarizzazione, 1983), proponendone, in dialogo con i francofortesi (Il politico e le trasformazioni, 1979) e con M. Weber (L’ordine disincantato, 1985), una ricostruzione simbolico-genealogica. Secondo questa lettura, che riprende le ipotesi storico-filosofiche di K. Löwith, nelle forme moderne di organizzazione sociale si depositano significati che derivano da un processo di secolarizzazione dei contenuti religiosi, ossia dalla riproposizione in dimensione mondana dell’orizzonte simbolico cristiano. In particolare, la secolarizzazione ha il suo centro in un processo di «temporalizzazione della storia», in virtù del quale le categorie del tempo (che traducono l’escatologia cristiana in una generica apertura al futuro: progresso, rivoluzione, liberazione, etc.) assumono centralità crescente nelle rappresentazioni politiche della modernità. Su queste considerazioni, riprese anche in Cielo e Terra (1994),

Dopo il Leviatano (1995), Passaggio a Occidente. Filosofia e globalizzazione (2003), si è innestata via via una tematizzazione esplicita del problema filosofico del tempo. A Confronto con  le concezioni di bergson e heidegger, che delineano con sfumature diverse una forma pura della temporalità, più originaria rispetto alle sue rappresentazioni/spazializzazioni, Marramao argomenta l’inscindibilità del nesso tempo-spazio e, aprendo il dialogo alle  teorie fisiche contemporanee, riconduce la struttura del tempo a un profilo aporetico e impuro, rispetto a cui la dimensione dello spazio costituisce il riferimento formale per pensarne i paradossi. (Minima temporalia, 1990 e Kairos. Apologia del tempo debito, 1992).Nel 2008 ha pubblicato una raccolta di saggi  dal titolo La Passione del Presente, in cui, attraverso l’analisi di alcuni termini “cardine” della modernità mondo, cerca di comprendere quali sono i problemi filosofici fondamentali che la filosofia politica contemporanea si trova ad affrontare.

Attualmente insegna "Filosofia politica e Filosofia Teoretica " presso il dipartimento di Filosofia dell’Università di Roma Tre. È anche direttore scientifico della Fondazione Basso-Issoco e membro del College International de Philosophie di Parigi.

Per fare un piccolo quadro del pensiero di Giacomo Marramao ci concentreremo su alcuni aspetti cardine della sua riflessione che sono:

 

- Globalizzazione

 

- Secolarizzazione

 

- Temporalità

 

 

 

Globalizzazione:

 

Nel libro Passaggio a Occidente il nostro si confronta con alcune riflessioni fondamentali della riflessione contemporanea nell’ambito della ricerca sulla globalizzazione cercando di evitare la tesi dell’Occidentalizzazione del mondo e cercando di delineare una politica universalista della differenza.

Le teorie con cui si confronta sono quelle di F. Fukuyama che sulla scia di Kojeve prospetta la Fine della Storia sotto l’omologazione universale dell’individualismo competitivo, la tesi del Conflitto di Civiltà che dopo il crollo del muro di Berlino vede lo scenario mondiale attraversato da un conflitto interculturale mondiale e la tesi di S. Latouche  sull’espansione planetaria del dominio della tecnica sotto il controllo della ragion strumentale.

Il Marramao vede nella Globalizzazione un presupposto tipico della modernità nel passaggio da un mondo chiuso ad un universo circumnavigabile che ci apre all’incontro\scontro con le altre culture che nella nostra società si trasforma nell’incontro quotidiano con l’ospite nelle grandi metropoli e che mette continuamente in discussione la nostra identità.

Con la  crisi dello Stato Nazione “incarnata dal Gelido Mostro del Leviatano” e del progetto del Leviatano Democratizzato di Rawls si vuole ricostruire l’universalità sul criterio della differenza cercando di ricostruire una sfera globale in cui non si vuole vedere il mondo  come mero appiattimento della società sulla razionalità tecnico-economica che influenza tutto il mondo creando un unico modello di società e di pensiero ma cercare di approfittare della ricchezza di queste differenze per costruire una Cosmopoli Globale dove si può coltivare un sano politeismo dei valori.

 

 

 

Secolarizzazione

 

In Potere e Secolarizzazione Marramao cerca di contrapporre alla proliferazione del Post-Moderno in Filosofia una analisi della Secolarizzazione come Grande Racconto che ha origini nel

Profetiamo Ebraico e nelle Parole della Salvezza Cristiana.

La Temporalità Ebraico cristiana si caratterizza per essere 1)cumulativa 2)irreversibile 3)orientata al futuro e spezzando la concezione greca del tempo concepita come circolo è la prima forma di disincanto del mondo.

Per il nostro l’epoca contemporanea è caratterizzata dal passaggio dal Futuro come Promessa Dinamica a Minaccia in un epoca in cui dominano le “passioni tristi” e l’essere umano riesce a trovare con difficoltà un senso alla propria esistenza.

La discussione sulla Secolarizzazione comincia con il confronto con l’opera di Karl Lowith Significato e Fine della Storia in cui uno dei “figli di Heidegger” analizza i presupposti teologici della Filosofia della Storia cercando di mostrare come le Filosofie della Storia elaborate fino ad Hegel e Comte possiedono una matrice prettamente teologica che si fonda sulla visione biblica della Storia.

Interessante è il metodo utilizzato nel testo che ispirandosi al lessico della politica redatto da Koselleck parte da alcune parole chiave della modernità cercando farne la genealogia  circoscrivendo i nuclei simbolici, le componenti semantiche e disponendo il testo a raggiera cercando di analizzare il problema da diversi punti di vista.

 

 

Temporalità

 

Nelle riflessioni sulla temporalità il nostro  cerca di fare una ricostruzione genealogica delle concezioni della temporalità nate all’interno della riflessione occidentale partendo dall’analisi del Timeo di Platone e arrivando fino alle recenti discussioni sulla Freccia del Tempo in fisica e nella sua recente riflessione apre all’indagine temporalità\identità cercando di cercare una sintesi tra le posizioni analitiche e continentali.

Le posizioni che vengono fuori sono molto  interessanti e varie  u cui ci soffermeremo su un  punto:

La critica alla società contemporanea in cui il presente viene dominato dalla fretta e in cui non si ha più tempo per fermarsi a vivere il presente.

Dopo una suggestiva ricostruzione dell’etimologia del latino tempus vengono prese in esame il “senso interno del tempo” ,la sindrome temporale della fretta e una via per riuscire a riappropriarsi della propria esistenza.

Il tempo kairologico è una intersezione tra le realtà divergenti del  tempo privato e del  tempo pubblico, il tempo privato varia da essere umano a seconda di numerose variabili che lo condizionano tra cui segnaliamo il mondo-ambiente in cui si trova a vivere e la situazione psicofisica fondamentale per il variare della temporalità che varia da individuo a individuo.

L’origine della sindrome della fretta viene fatta risalire al progetto moderno che cercando di razionalizzare il progetto escatologico ebraico-cristiano finisce per finire nel dominio della ragion strumentale che tende ad omogeneizzare il tutto senza cercare più uno scopo per il futuro cosi

alcuni essere umani rispondono alla sindrome della fretta o eternizzando il presente ripetendo sempre la stessa scena nevrotica per non essere riusciti ad elaborare il lutto altri pensando di arrivare sempre troppo tardi con l’incontro con l’attimo propizio pensando sempre di aver mancato la giusta occasione .

Con l’entrata in crisi del Progetto Moderno si può cercare la via d’uscita cercando di superare la visione cara a M. Weber per cui la razionalità strumentale è un tipico fenomeno dell’occidente e che non può sorgere in altre culture comprendendo ad esempio la Cina e il suo modo in cui si avvicina al capitalismo e aprendoci all’incontro con altre culture cosa da cui ormai non si può più sfuggire nella società contemporanea e imparando a vivere nel presente cercando di evitare di appiattire il Presente sul Futuro rinunciando a vivere in attesa di qualcosa che dovrebbe accadere.

 

 

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