PIETRO PRINI




VITA E OPERE

Pietro Prini è nato a Belgirate, in provincia di Novara, nel 1915. Dopo la maturità classica, vinto un posto d'Alunno all'Almo Collegio Borromeo di Pavia, ha compiuto gli studi universitari presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pavia dal 1937 al 1941. E proprio nel 1941 tà di Pavia dal 1937 al 1941, i"pirito, bens'ire che a spiegare la vita, ma non un'ettiva e universale, dell'i Pascal, di Vico proprio n ha conseguito la laurea in Filosofia con una tesi su Il problema dell'essere e delle categorie nella Teosofia di Antonio Rosmini, elaborata sotto la guida di Michele Federico Sciacca. Dopo la guerra, durante la quale prese parte alla lotta di Liberazione facendo parte del Comitato di liberazione della scuola dal 1943 al 1945, ha insegnato in vari licei classici di Genova. Nel 1950, grazie a una borsa di studio del Ministero degli Esteri, trascorre a Parigi nove mesi, durante i quali entra in contatto con Jean Wahl, René Le Senne, Louis Lavelle e, soprattutto, Gabriel Marcel. Dopo aver conseguito la libera docenza in Filosofia teoretica nel 1951, diviene Incaricato di Storia della Filosofia Antica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Genova dal 1953 al 1959 e Incaricato di Filosofia Morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Perugia dal 1959 al 1961. In quest'ultima università assume la cattedra di Filosofia teoretica, dopo aver vinto nel 1961 il concorso di Filosofia teoretica. Nel 1964 viene chiamato a coprire la cattedra di Storia della Filosofia nella Facoltà di Magistero dell'Università 'La Sapienza' di Roma dove rimarrà fino al pensionamento, dopo avervi fondato e diretto la Scuola di Perfezionamento in Filosofia e di preparazione all'insegnamento della filosofia. Ha diretto varie riviste di filosofia: “Proetus. Rivista di filosofia”, dal 1970 al 1975; “Cultura e politica”, dal 1967 al 1971; “Giornale di metafisica”, dal 1978 al 1980. Tra le sue opere principali, ricordiamo Gabriel Marcel e la metodologia dell'inverificabile, Studium, Roma, 1950; Esistenzialismo, Studium, Roma, 1952; Introduzione alla metafisica di Antonio Rosmini, Sodalitas, Domodossola, 1953; Verso una nuova ontologia, Studium, Roma, 1957; Rosmini postumo, Armando, Roma, 1960; Discorso e situazione, Studium, Roma, 1961; Umanesimo programmatico, Armando, Roma, 1967; Introduzione critica alla storia della filosofia, Armando, Roma, 1967; Plotino e la genesi dell'umanesimo interiore, Abete, Roma, 1968; Alle origini della filosofia greca, Abete, Roma, 1970; Storia dell'esistenzialismo, Studium, Roma, 1971; Cristianesimo e ideologia, Esperienze, Fossano, 1973; Il paradosso di Icaro, Armando, Roma, 1976; La scelta di essere, Città Nuova, Roma, 1982; Storia dell'esistenzialismo da Kierkegaard a oggi, Studium, Roma, 1989; L'ambiguità dell'essere, Marietti, Genova, 1989; Il corpo che siamo. Introduzione all'antropologia etica, SEI, Torino, 1991; Il cristiano e il potere, Studium, Roma, 1993; La filosofia cattolica italiana del Novecento, Laterza, Roma-Bari, 1997; Lo scisma sommerso, Studio g. due, 1998.

 

PENSIERO

Pietro Prini nei suoi lavori storiografici - specialmente in quelli che congiungono in una linea ermeneutica unitaria il tema della 'contemplazione creatrice' di Plotino, quello del 'sintesismo delle forme ontologiche' di Rosmini e quello del 'mistero dell'Essere di Gabriel Marcel - è pervenuto a richiedere dalle moderne scienze umane, specialmente dalla biogenetica e dalla linguistica, dalla psicologia analitica e dalla fenomenologia del profondo, un effettivo rinnovamento dell'antropologia. Le principali posizioni che egli ritiene di avere raggiunto sono: un concetto nuovo dell'originaria intersoggettività linguistico-comunicativa dell'umano, con l'abbandono degli equivoci legati alla dottrina scolastico-suareziana della 'natura'; la portata educativa di una dialettica del desiderio e del bisogno; la scoperta del vincolo speculativo che lega insieme la struttura del pensiero tecnologico, o dell'intelligenza artificiale, al metalinguaggio del religioso, come intelligenza speculativa o dell'ascolto. In particolare, Prini si fa portavoce di un platonismo riletto in chiave esistenzialistica, con forti sfumature religiose: in particolare, egli risulta influenzato da Gabriel Marcel, da lui personalmente conosciuto in Francia. Sulla base di questi presupposti, egli si propone di rinnovare anche l’ontologia, come emerge già dal titolo del suo scritto del 1957, Verso una nuova ontologia. L’inaggirabile ufficio della filosofia dev’essere per Prini quello di “portare alla verità, fin dove sarà possibile, la coscienza cifrata – ossia il mondo dei significati e delle preferenze, o come anche si è soliti dire, il mondo dei valori” (Il tradimento dei chierici, pp. 141 ss.). Alla luce di questa considerazione, appare evidente che “pensare filosoficamente non è descrivere, ma interpretare, e interpretare il senso dell’esistenza – lo vogliano o no le nuove filosofie del decadentismo – è decidere di essa”. Per questa ragione, “non si sfugge alla decisione del nostro rapporto con la verità”. Prini non intende venir meno al “domandare assoluto” e al “riconoscimento di quella e vera e propria ‘intelligibilità metafisica’ che esso implica”: a ciò è invece venuta meno, come egli non si stanca mai di ripetere, gran parte della filosofia italiana a lui contemporanea. Prini mette inoltre in chiaro come “non c’è incompatibilità tra la fede e la problematica radicale”: in forza di ciò, occorre evitare accuratamente i due scogli del tradimento della fede nel filosofare e del tradimento del filosofare nella fede.     

 


INDIETRO