IL TEAGETE

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Tre sono i personaggi del " Teagete " , Socrate , Demodoco , padre di Teagete , e Teagete stesso . Questi è un giovane aspirante alla vita politica , con le idee piuttosto confuse ma pieno di entusiasmo giovanile : è fortemente influenzato dai coetanei entusiasti degli insegnamenti dei sofisti e desideroso di imitarli . Tuttavia si può intuire che Teagete non è del tutto sprovveduto dal fatto che desideri più di ogni altra cosa essere istruito da Socrate , che sa essere superiore ai sofisti . Ha poi capito che non si può diventare buoni politici mettendosi al seguito di grandi politici , in quanto l'arte che lo interessa non pare trasmissibile neppure di padre in figlio . E' Demodoco , il padre di Teagete , che chiede aiuto a Socrate : si tratta di un padre molto affettuoso e apprensivo , ma tuttavia dalle idee confuse in questioni politiche . Teagete dice a Socrate di aspirare a divenire sapiente . Socrate fa allora una digressione in cui gli spiega che se volesse apprendere l'arte della navigazione la scienza da apprendere sarebbe quella della navigazione , che se volesse apprendere l'arte dell'andare sui carri la scienza da apprendere sarebbe quella dell'auriga , che se volesse apprendere l'arte culinaria la scienza da apprendere sarebbe quella del cucinare . Teagete vuole invece apprendere la scienza della sapienza , ma l'arte della navigazione , quella dell'auriga o quella del cucinare non sono forse sapienza ? Di essa ci serviamo per guidare un carro , per navigare , per cucinare ... La sapienza che intende Teagete a cosa gli servirebbe , chiede Socrate ? Per governare i cittadini . Emerge quindi che il termine sapienza è troppo generico . Ma non vi è il rischio che Teagete voglia diventare un tiranno ? Si arriva alla conclusione che vuole diventare un buon politico . Vi è poi nel " Teagete " la classica autodiminuzione di Socrate , che si dichiara inferiore a molti altri istruttori e consiglia a Teagete di scegliersi un istruttore migliore . Dice di essere ignorante e proclama i sofisti a lui superiori . Socrate tira poi in ballo il suo demone , che assume qui caratteri che non gli sono abituali : gli viene addirittura la capacità di prevedere il futuro . Socrate dice a Teagete di essere ignorante e gli racconta di un suo discepolo che gli rivelò di non aver appreso nulla da lui , ma ciononostante di essere molto migliorato : la sola presenza di Socrate , o meglio del suo demone , lo aiutò a migliorare . E' come se il demone avesse degli influssi , talvolta positivi , talvolta negativi .

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