Il Valore dell’assistenza tecnica nella Fivet
   . : pagina iniziale  . : antologia  . : riflessioni  . : sentenze  . : biblioteca  . : links  . : filosofi  

Il cammino della storia non è quello di una palla da biliardo, che segue un’inflessibile legge causale; somiglia piuttosto a quello di una nuvola, a quello di chi va bighellonando per le strade, e qui è sviato da un’ombra, là da un gruppo di persone o dallo spetta colo di una piazza barocca, e infine giunge in un luogo che non conosceva e dove non desiderava andare (R. Musil).



A cura di Cristiano Turbil


 

In questo piccolo lavoro, si ha intenzione di analizzare la posizione che ha la tecnica in un determinato campo dell’agire umano.

Partendo dalle riflessioni sul referendum del giugno dell’anno passato, sulla procreazione assistita (omologa ed eterologa), in cui la tecnica ha un ruolo chiave nel processo di inseminazione e nella fecondazione dell’ovulo (omologa ed eterologa in vitro), si ha intenzione di indagare se l’intervento tecnico, nello specifico della questione, sia un entità negativa o positiva.

Si ha intenzione di condurre questa analisi partendo dal presupposto, che l’inseminazione artificiale sia un mezzo utile e positivo per l’uomo, in quanto permette la nascita di un figlio, che solitamente è sempre una gioia per i genitori, essendo loro stessi a volerlo, a maggior ragione cercandolo con l’ausilio della medicina.

La questione specifica è se la tecnica in questa determinata situazione sia un mezzo positivo o negativo, nel caso specifico della procreazione assistita in vitro, in cui tutto il processo di fecondazione e inseminazione è realizzato in modo “non naturale”[1].  Dove per naturale si intende tramite un rapporto sessuale tra i due “genitori”[2].

Ora si tratterà in breve cosa si intende per fecondazione assistita in vitro. Va premesso che la fecondazione in vitro (o Fivet) oltre alla sostituzione del rapporto  sessuale avviene totalmente in provetta, ovvero viene realizzata unicamente tramite il mezzo tecnico. Essa può essere omologa oppure eterologa,  per omologa si intende che il corredo genetico proviene interamente dai genitori naturali e legali del bambino, mentre nel caso dell’ eterologa proviene solo da uno dei due genitori legali del bambino e da una terza persona.

La fecondazione è un processo che interviene a sostituire alcune parti del processo procreativo, nei casi in cui la procreazione naturale è manchevole per taluni aspetti.

Originariamente la fecondazione assistita era definita fecondazione artificiale in quanto si credeva che il mezzo artificiale sostituisse completamente alcune parti della procreazione, oggi essa ha assunto il nome di assistita , in quanto si è arrivati alla conclusione che gli elementi del processo di procreazione restano naturali e il mezzo tecnico fornisce solo una semplice assistenza al intero processo.

La tecnica come abbiamo visto poco fa, nella procreazione assistita assolve al ruolo di mezzo che assiste il processo naturale, la questione che mi ero posto all’inizio era se la tecnica fosse , in questo specifico caso, un entità positiva o negativa.

La prima risposta che posso dare alla domanda è certamente positiva, partendo infatti dalla considerazione che la gioia di avere un figlio anche per coppie sterili è certamente un avvenimento oltremodo felice. La tecnica che permette questo avvenimento non può che essere anch’essa una cosa positiva, in quanto produce felicità.

La questione però non è cosi semplice, si potrebbe infatti obbiettare che la tecnica snaturalizza un processo sacro e inviolabile come la  procreazione (posizione cristiano cattolica) , oppure che la tecnica è la scienza senza controllo possano riportare in vita partendo dal loro DNA personaggi negativi del passato come ad esempio Hitler (eugenetica).

La prima obiezione, può essere articolate in questo modo, si ritiene infatti che l’attività procreativa non sia uno strumento unicamente umano, ma altresì sia un dono divino, che viene fatto all’uomo e di cui l’uomo non può avere il libero uso; da qui la posizione cattolica dell’ ”inscindibilità” che ha come imperativo categorico la sacralità della vita umana. 

Questa posizione obbiettivamente va ha posizionare la tecnica nel suo significato più negativo, senza considerare quali potrebbero essere i risvolti positivi che producano felicità nel suo utilizzo. Infatti partendo dal pregiudizio che ogni procreazione diversa da quella naturale sia negativa non si considera minimamente quale sia il risvolto pratico ed empirico e la felicita che potrebbe produrre l’assistenza tecnica.

A questa concezione della sacralità della vita, vorrei contrapporre l’utilitarismo.

L’utilitarismo, é un etica sviluppatasi nell’ottocento da Jeremy  Bentham in un opera intitolata Introduzione hai principi della morale e della legislazione del 1789, poi sviluppata da John Stuard Mill in un opera del 1863 intitolata con l’omonimo titolo Utilitarismo. L’utilitarismo è un etica conseguenzialista che prescrive di agire (ovvero compiere una determinata AZIONE) in modo da massimizzare il bene risultante dalla suddetta azione. Quest’etica tende ad operare su un piano distaccato da quello fede, perché si occupa principalmente solo dei risvolti pratici delle azioni umane. Quindi rispetto alla dottrina cattolica non è legata a nessun “pregiudizio culturale”. Come mostra la definizione, per un utitalitarista la nascita prodotta da Fivet non può che essere una cosa moralmente corretta in quanto anche se non è un procedimento completamente naturale si compie un AZIONE(assistenza tecnica) che porta come fine un incremento della felicità, almeno nel caso della famiglia del bambino.

Per quanto invece riguarda la seconda obbiezione, ovvero la possibilità di una perdita di controllo sul mezzo tecnico, essa non ha ragione di essere considerata nella misura della mai presente analisi , ovvero va ad entrare in una serie di problemi relativi al controllo della ricerca. L’unica osservazione possibile che si potrebbe fare è relativa al fatto che finché la tecnica assolve unicamente al ruolo di “assistente” al processo naturale essa non può che avere un risvolto positivo, mentre in tutti i casi in cui questa assistenza si modifica in qualcosa di artificiale o artificioso ritengo che la validità e positività dovrebbe essere controllata empiricamente caso per caso da apposite commissioni.   

In conclusione, non si può che osservare che il mezzo tecnico, almeno rispetto all’elementare analisi che ho compiuto in questo lavoro, assolve ha un ruolo positivo , anche perché resta rilegato alla natura di semplice mezzo, ovvero semplice assistente al processo naturale. Le riflessione lascia alcuni punti aperti ovvero la tecnica e positiva anche quando essa diventa il fine e non solo più il mezzo, o altresì è lecito porre come fine la tecnica? Tutti questi interrogativi non possono avere una semplice risposta, in quanto le variabili in gioco non riguardano solo più la semplice felicita di una famiglia, ma si spostano su un piano molto ampio, in cui scienza, sociologia ,religione, cultura e filosofia dibattono ancora tutt’oggi. La tecnica non ha una valenza ne positiva ne negativa, il suo valore credo, sia subordinato hai microscopici casi in cui è considerata, come appunto può avere un valore positivo nella procreazione assistita[3].

  

 



[1] Verrà poi spiegato in seguito che il processo è naturale ma assistito dalla tecnica.

[2] Il termine genitori è stato inserito virgolettato, perché nel senso comune solitamente si intende genitori come la coppia che oltre a generare il bambino si occuperà anche del suo mantenimento e della sua educazione, ovvero oltre ad essere i genitori naturali assolvono anche al ruolo di genitori legali. Questo però non è sempre vero, ad esempio nella fecondazione eterologa uno dei due genitori legali non possiede la capacita di procreate, quindi viene chiesto l’intervento di una terza persona, che assolverà solo al ruolo di genitore naturale, e non anche a quello di genitore legale.

[3] Per la realizzazione di questo lavoro sono stati utilizzati come fonti i seguenti testi:

·         M. Mori ,Bioetica , 10 temi per capire e discutere , Bruno mondatori editore 2002

·         C. Flamini M. Mori , Le ragioni dei quattro si,  “i libri di diario” maggio 2005

·         Mary Warnock, Fare bamini , Einaudi 2004

·         P. Singer, Ripensare la vita , Il saggiatore






La filosofia e i suoi eroi