PESARO, 30 LUGLIO:
PROCESSO AL ‘68

Il 30 luglio alle ore 21:00 nel cortile di palazzo Ricci a Pesaro, il Comune di Pesaro-assessorato alla Crescita, l’Ente Olivieri-Biblioteca e Musei Oliveriani, la cooperativa sociale Labirinto, presentano “Processo al ‘68” con i filosofi Paolo Ercolani (avvocato della difesa) e Diego Fusaro (avvocato dell’accusa). Presidente del processo: Franco Elisei. Giudici inquirenti: Luigi Luminati, Simonetta Marfoglia, Anna Rita Joni.
Un parterre ricco e autorevole, ma il vero giudice sarà IL PUBBLICO: a ognuno dei presenti, infatti, il compito di esprimersi per l’assoluzione o la condanna. Poi si farà il conteggio delle schede…


 

Citazioni

"Si deve porre un ente che coincida con il suo stesso essere, e lo si prova così: deve esistere un ente primo che sia atto puro, in cui non sia alcuna composizione. Perciò è necessario che da quell’unico ente derivino l’essere di tutte le cose che non coincidono con il loro stesso essere, ma hanno l’essere per partecipazione". (Tommaso d'Aquino, "La potenza di Dio")



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Di admin

2 pensiero su “30 luglio a Pesaro”
  1. Tra il 1968 e il 1970 ho abitato nella casa dello studente di via Cesare de Lollis. Mi sono perciò trovato al centro della contestazione studentesca romana. Non ho mai aderito a nessuna delle ideologie che si contrastavano all’epoca perché le consideravo irrazionali e in malafede, insomma strumentali e pilotate. Su alcuni degli ideali propagandati potevo anche essere d’accordo ma detestavo l’azione contestataria così come veniva condotta e in special modo quella violenta. All’epoca era molto pericoloso, stando in quell’ambiente, sostenere questa tesi ma sono riuscito a sopravvivere per sapere che la storia mi ha dato ragione. Naturalmente non ho potuto evitare di prendere la mia dose di legnate a tradimento. Benché non fossi ritenuto affidabile dai compagni doc le sprangate sono venute da polizia e fascisti ai quali, non avendo potuto restituirle perché anonimi, voglio però far sapere che ho una ferrea memoria. Non sono il tipo che porge l’altra guancia o perdona: nell’improbabile caso, oramai, che riuscissi a identificarli gli aggressori possono contare nella mia vendetta. È stato un periodo davvero buio sotto questi aspetti. Non passava giorno che faziosi contestatori di ogni fede politica più la polizia si rincorressero combattendo e coinvolgendo, loro malgrado, gli altri che avrebbero voluto continuare a studiare tranquillamente. Mi è toccato tante volte di dover stare a cavalcioni della ringhiera della balconata della mia stanzetta situata nella parte più bassa dell’allora nuova torre con un libro in mano per prepararmi agli esami, pronto a saltare giù in caso di invasione da parte della polizia che inseguiva i manifestanti di opposti schieramenti. Ed è accaduto che proprio le persone come me abbiano pagato lo scotto maggiore venendo aggrediti vigliaccamente da ogni parte mentre i facinorosi, preparati allo scontro e avvertiti, se la sono spesso cavata. Non era possibile alcun serio dibattito sui problemi reali e alla fine, nel migliore dei casi, è stata solo una gran perdita di tempo mentre nel peggiore qualcuno ci ha rimesso la pelle.

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