Il dissenso verso la società capitalistica è il necessario punto di partenza, ma non può in alcun caso costituire l’approdo ultimo. Compito imprescindibile del lavoro della critica e della sua figura pratica, cioè la politica, consiste nel dare organizzazione al dissenso, nell’elaborare una mise en forme della rabbia gravida di buone ragioni di tutti coloro i quali hanno compreso sulla propria pelle l’inaccettabilità dell’ordine delle cose vigente. Dunque il dissenso è condizione necessaria ma non sufficiente per poter oltrepassare l’ordine dominante. Sono fermamente convinto che questo sia il difficilissimo e ambiziosissimo compito di “Ancora Italia”, organizzare il dissenso nella forma propositiva di una società diversamente strutturata e organizzare altresì tutte le forze che per una via o per un’altra sono giunte alla protesta verso la società frammentata. Per questo, “Ancora Italia” porge la mano in senso favorevolmente collaborativo a tutte le forze che si battono contro la società del capitale e che condividano una piattaforma di base incardinata sul desiderio di democrazia e di socialismo, di identità culturale e di difesa dell’interesse nazionale. Questo è il momento della collaborazione e della sintesi, quella sintesi che se si fosse attuata già prima avrebbe portato a risultati decisamente meno tragici alle scorse lezioni di settembre. Un buon criterio per valutare la credibilità delle forze dette genericamente del dissenso sta nell’appurare se ciascuna di esse sia disposta a collaborare e a costituire questo fronte ancticapitalistico di cui siamo in cerca. Come dice il poeta, “qui si parrà la tua nobilitate”.

Diego Fusaro

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