Leggo sui principali e più venduti quotidiani nazionali che nei Campus universitari statunitensi sta letteralmente dilagando la protesta in difesa di Gaza e contro l’imperialismo di Israele. Ciò rivela come anche negli Stati Uniti d’America, il centro dell’impero, l’opinione pubblica si stia sempre più radicalmente schierando contro le atroci politiche imperialistiche di Israele, pienamente sostenute dalla civiltà dell’hamburger. Leggo altresì che vi sono state “raffiche di arresti”, per riprendere l’espressione utilizzata dall’ansa. E che il presidente di Harvard non esclude il ricorso alla polizia contro gli studenti che protestano per Gaza e contro Israele. Questo dovrebbe indurre a una seria riflessione sullo statuto reale di quella che viene sempre celebrata in Occidente come “la più grande democrazia del mondo”. Tra le prerogative della democrazia, oltre all’eguale libertà dei suoi cittadini, dovrebbe esservi anche il diritto al dissenso. La democrazia infatti si distingue dalle altre forme di governo proprio perché non reprime il dissenso, ma lo assume come costitutivo del proprio ordine. Spinoza la chiamava libertas philosophandi. Ebbene, anche sotto questo profilo gli Stati Uniti d’America difficilmente sembrano inquadrabili come una democrazia in senso pieno. Come più volte ho sottolineato, la civiltà del dollaro andrebbe meglio definita come una plutocrazia neoliberale a base imperialistica: una plutocrazia che si fonda su un regime oligarchico in cui il potere è accentrato nelle mani dei possidenti e in cui, come anche ora emerge con profilo adamantino, gli spazi del dissenso vanno ogni giorno contraendosi.

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Di admin